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Progetto Puccini: il Trittico (Il Tabarro - Suor Angelica - Gianni Schicchi)

in onda venerdì 19 dicembre alle ore 21,00

Progetto Puccini: il Trittico (Il Tabarro - Suor Angelica - Gianni Schicchi) Confrontarsi simultaneamente col tragico, il lirico e il comico e proporne al pubblico il risultato teatrale con tre atti unici in una stessa serata non è impresa da poco; come sappiamo però Giacomo Puccini amava le sfide, e quindi lo seguiamo oggi nella ricerca che lo portò, proprio a cavallo degli anni della I Guerra, alla composizione del cosiddetto Trittico.
La ricerca di un testo, difficile e laboriosa come sempre, si era concentrata, senza grandi esiti, sulla Divina Commedia; scartati anche tre racconti di Gor'kij la scelta di Puccini cadde per il primo dei tre quadri su un dramma scritto da Didier Gold nel 1910 dal titolo La Houppelande, Il Tabarro, racconto a fosche tinte che si svolge in riva alla Senna.
Ne sono protagonisti grami scaricatori che vivono nei bassifondi di Parigi, dove si consumano violenze, tradimenti e riprovevoli delitti; Puccini affidò ad Adami la rielaborazione del testo, e il dramma che ne nacque, pur mantenendo la sua identità noir, mostra rispetto all'originale francese elementi di maggior profondità espressiva e di denuncia sociale.
Iniziata nel 1913 (ed interrotta da Puccini a causa della Rondine), l'opera venne terminata nel '16, e piacque talmente a Gold che questi volle realizzarne la traduzione francese; nel gennaio seguente il compositore trova in Giovacchino Forzano, multiforme figura di artista un validissimo collaboratore che gli fornisce il materiale per il secondo quadro.
La composizione di Suor Angelica mette Puccini di fronte ad una ricerca assai complessa: la trama (la nobile Angelica sconta in convento i suoi peccati amorosi, dai quali ha avuto un figlio che però scopre essere morto e si avvelena, accolta nel finale dalla Vergine Maria), l'ambientazione statica (il chiostro monacale), l'assoluta predominanza di personaggi femminili, sono tutti elementi che pongono al compositore veri e propri quesiti di natura musicale.
Puccini decise di optare per una grande raffinatezza nella strumentazione e, pur cedendo ad elementi drammatici di sicuro effetto come la veemenza delle passioni e l'uso iterato del coup de foudre, volle sperimentare atmosfere sonore nuove; da qui l'uso - sempre funzionale alla storia - di un nutrito numero di strumenti a percussione ed a tastiera (celesta, organo e pianoforte) oltre all'uso dello sdoppiamento dei registri sonori nello spazio, facendo provenire dall'interno alcuni momenti musicali.
Infine Puccini tornerà a Dante, ancora con l'aiuto di Forzano, mettendo in musica la grottesca storia di Gianni Schicchi, comico personaggio dell'Inferno dantesco sul quale un interessante Commento alla Divina Commedia d'Anonimo Fiorentino del secolo XIV stampato nel 1866 gli offrì maggiori dettagli.
L'abbondanza di elementi macabri e la relativa assenza di veri e propri insegnamenti morali allontana l'opera dal verdiano Falstaff cui viene spesso confrontata; l'opera offre comunque un vivace e godibilissimo quadro della Firenze medioevale, con ricchezza di riferimenti storici e topografici, e trova nell'innegabile fascino dell'ingegno arguto - toscano DOC - la sua cifra principale.
Le tre opere andarono in scena nel dicembre del 1918 al Metropolitan, con esiti diversi: tiepida accoglienza per il Tabarro, critiche decisamente negative per Suor Angelica (che pure ottenne dal pubblico ben 10 chiamate in proscenio) e un gran successo per lo Schicchi.
La valutazione verso i tre lavori pucciniani è per noi ben sintetizzata dall'opinione illustre di Eugenio Montale: "Giacomo Puccini ha scritto i primi romanzi musicali della storia del nostro melodramma: romanzi sceneggiati e non tragedie concepite secondo la formula classica, come quelle di Romani, del Piave, del Cammarano; il Trittico non è formato da tre romanzi, ma da tre racconti, e questa è la sua prima originalità".


150° Anniversario Giacomo Puccini

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