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Ed Sheeran


Beato Ed Sheeran! Sembra sapere esattamente dove sta andando e anche come arrivarci. Dove tanti altri si perdono in mezzo a tutta questa confusione di mezzi informatici, la musica ed il talento di Ed sembrano conoscere la giusta via per arrivare. Ed ha una padronanza di sé molto rara in un ragazzo così giovane. E’ allo stesso tempo sicuro di ciò che vuole ed aperto agli altri in modo affascinante.
E’ consapevole di non essere fatto per cantare benino le canzoni di qualcun altro in un tv show da guardare all’ora del tè, ma per esibirsi su un palco fino allo sfinimento da solo con la sua chitarra ed un gruppo di ragazzi ad ascoltarlo.

Soprattutto, Ed ha una voce che gli arriva direttamente dall’anima e scrive canzoni che ci commuovono che, benché suonate alla chitarra acustica, sono lontane dal cliché dei soliti brani cantautorati. Infatti i suoi brani sentono le influenze degli artisti più diversi, da Jay-Z a Damien Rice. Parlano della città che ama e della sua gente, di quelli che la vivono e di quelli che la subiscono. Parlano di amore e di perdita, ma anche di allegria quando serve. Ed Sheeran è un vero talento e le sue capacità sono a dir poco sorprendenti.

Ed è cresciuto a Suffolk, dove ha imparato a suonare su una vecchia chitarra regalatagli da suo zio. A 11 anni un incontro casuale proprio con Damien Rice lo ha spronato a comporre canzoni. A 16 anni si trasferisce a Londra, in un piccolo appartamento a Finsbury Park sopra il T-Bird pub e con un solo obiettivo: fare concerti il più possibile e quanto più spesso possibile.

“Mi esibivo ogni sera”, racconta. “Spesso anche 3 volte a sera. Ho suonato ad ogni serata per dilettanti. All’inizio la gente non era molto interessata, ma alla fine ho imparato ad attirare la loro attenzione!”. Un migliaio di pubblici diversi, da quelli degli show acustici a quelli delle serate hip-hop (o di qualunque altro genere musicale, veramente) saranno d’accordo con me!

Una sera Ed ha suonato in un piccolo bar nella zona nord di Londra, il cui sito riportava una lunga lista di tutti i più giovani promoter in città. Quella stessa sera Ed li ha contattati tutti via MySpace e, nel giro di pochi giorni, aveva già un centinaio di show prenotati. Ormai passava i giorni in studio e le notti sul palco. Fin dall’inizio Ed vendeva personalmente i suoi CD, ficcandosi i soldi in tasca che sarebbero serviti per lo show successivo, ma anche instaurando nella testa della gente l’idea che la sua era musica di qualità per cui valeva la pena pagare un prezzo. Non soddisfatti  solo dei suoi CD, i primi fans iniziarono a visitare il suo sito e a comprare quello che offriva, dalle felpe ai gioielli.

Quando il manager di allora gli disse che avrebbe dovuto conformarsi per avere successo – come ad esempio tingersi i capelli, perdendo così il suo marchio distintivo – Ed gli ha risposto componendo il brano “You need me, I don’t need you”. L’anno seguente pubblica 5 EP, ognuno diverso dall’altro, ma tutti con la sua forte impronta: uno era cantautorale, uno live da The Bedford, uno scritto con la cantante Amy Wadge… e ognuno vendeva più del precedente.

Nel febbraio dello scorso anno, dopo 2 anni di concerti e di notti passate a dormire su divani, Ed registra una versione live di “You need me, I don’t need you” per uno dei canali principali di YouTube dedicati a ciò che succede di musicale a Londra (SBTV). Il video ha avuto 100.000 visualizzazioni in due giorni e, ad oggi, siamo intorno ai 3.500.000!! Alcuni giorni dopo compone quello che sarebbe diventato il primo pezzo pubblicato da una major, “The A Team”: la storia di una ragazza che ha incontrato mentre faceva volontariato per i senzatetto. Il video di questo brano oggi ha più di 8.100.000 visualizzazioni!!!

Quando Ed pubblica il suo quinto EP, “No.5 Collaborations”, in gennaio (con la collaborazione dei più importanti artisti hip-hop inglesi: Devlin, Wretch 32, Dot Rotten, P Money, JME e Wiley) era già talmente conosciuto ed apprezzato che arriva direttamente al # 2 di iTunes dopo solo 24 ore, battuto solo da Rihanna. Solo quando Elton John lo chiama al cellulare per complimentarsi, si rende conto di come le cose stiano cambiando. Tra le varie etichette interessate a lui, Ed firma con la Asylum, parte dell’ATLANTIC RECORDS.

“Collaborations è stato il picco della mia carriera da indipendente” dice Ed. “Adesso inizio quella con un contratto. Devi superare le barriere e andare al livello successivo. Alcuni degli indipendenti fanno un buon lavoro, ma alcuni non fanno mai progressi. Firmare con una major è la cosa giusta da fare se trovi il contratto giusto. E io ho il contratto giusto.”

Il primo album di Ed comprende una serie di brani davvero speciali.
“Small bump” è una storia vera che ti stringe il cuore su un’amica e il suo bambino.
“Lego House” è una canzone d’amore in cui immagina un mondo dove si possa “prendere i mattoncini e costruire una casa di Lego e, se le cose vanno male, disfarla”.“Wake me up” è stata scritta, completamente ubriaco, sotto un albero vicino alla piscina di Jamie Foxx (questa è un’altra storia).
“Grade 8” (“il tuo corpo è la mia penna a sfera e la tua mente il mio nuovo miglior amico”) vede Ed nelle vesti di un guerriero fragile con occhi iniettati di sangue e le corde del cuore fatte vibrare da un chitarrista virtuoso.
La verità è che non ci sono brutte canzoni in questo album, per la sola ragione che Ed non lo permetterebbe mai. È fatto così, Ed. Come presto potrete vedere.

“Ho dormito ogni notte su un divano diverso negli ultimi due anni e mezzo, quindi so di poterlo fare” dice Ed. “Ma questa storia del divano ti fa sentire un po’ solo. Mi sento pronto per un posto tutto mio, sono pronto a passare al livello successivo.”

Non ne dubitiamo (e neanche Ed) nemmeno per un minuto.

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