Terzo incontro con Giovanni Antonini e il suo ensemble strumentale Giardino Armonico.

Giovanni Antonini nasce nel 1965 e compie i suoi studi prima a Milano, sua città natale, e poi a Ginevra; flautista specializzato nel repertorio antico, suona come solista presso istituzioni italiane e straniere; come direttore Antonini è ospite di importanti formazioni (Camerata Accademica di Salisburgo, Scottish Chamber Orchestra, 'Orchestra of the Age of Enlightenment, Berliner Philharmoniker); per chi ama il suo stile e fosse a Milano il prossimo ottobre 2008, Antonini dirigerà alla Scala le "Nozze di Figaro" in allestimento Strehler - Frigerio; la carriera di Antonini è comunque legata principalmente all'ensemble cui questo breve ciclo è dedicato.

Nel 1985 un gruppo di musicisti specializzati nella pratica su strumenti antichi si riunisce e crea il Giardino Armonico, che presto diviene una delle formazioni italiane di musica antica più conosciute all'estero; Antonini è uno dei fondatori, e dal 1989 sarà lui a dirigerlo; non elencheremo i festivals cui il gruppo ha partecipato né i luoghi prestigiosi dove ha suonato; il Giardino Armonico si esibisce ormai da anni in tutto il mondo diffondendo, del repertorio del XVII e XVIII secolo, la propria apprezzata interpretazione.

Ugualmente ampia ed importante è la discografia del gruppo, della quale ricordiamo soprattutto l'abbondante produzione vivaldiana: Diapason d'Or, Choc de la Musique, Grand Prix des Discophiles, 10 de Repertoires, Grammy Award, Echo-Preis, Gramophone Award sono tutti premi che il Giardino Armonico ha collezionato più volte nella sua davvero brillante carriera.

Giovanni Antonini riconosce una parziale filiazione del gruppo dall'esperienza di Nikolaus Harnoncourt, col quale molti dei musicisti in passato hanno individualmente lavorato, e la cui attività discografica e concertistica degli anni '60 ha contribuito alla diffusione dei repertori antichi; il direttore italiano sottolinea anche la cura di alcuni aspetti specificamente italiani, tra cui soprattutto la tendenza al dramma, che egli definisce "la più italiana delle caratteristiche"; questa attenzione ai contrasti drammatici non cade comunque in una pur diffusa tendenza alla teatralizzazione eccessiva e talvolta violenta, dando invece primaria importanza al globale senso della forma.

La trasmissione di oggi si apre con un brano contenuto nel già citato cd, "The Vivaldi Album", che valse al Giardino Armonico il Grammy Award nel 1999; interamente dedicato ad arie d'opera di Vivaldi il disco ha come protagonista la voce del mezzosoprano Cecilia Bartoli, dalla quale ascolteremo un'aria dall'opera "Il Farnace" (che contiene autocitazioni vivaldiane da "L'inverno").

L'"Arrivo della Regina di Saba", dall'oratorio "Solomon" di Georg Friedrich Haendel è un brano strumentale di grande agilità e leggerezza con il ruolo concertante di due oboi solisti, qui Marco Cera ed Emiliano Rodolfi; sul libretto che il cardinale Benedetto Pamphili aveva approntato ispirandosi ai "Fasti" di Ovidio Haendel compose la cantata "La Lucrezia", qui eseguita da un gruppo di solisti del Giardino Armonico a sostenere la complessa parte vocale, interpretata da Eva Mei.

"La Casa del diavolo" è il titolo della Sinfonia di Luigi Boccherini che ascolteremo, ma è anche il nome dato dal Giardino Armonico ad un disco del 2005 e al programma da concerto che tuttora amano portare in giro per l'Italia; alla stessa incisione appartiene la "Danza degli spettri e delle furie", dal balletto pantomima "Don Juan ou Le festin de Pierre" in cui collaborarono nel 1761 Christoph Willibald Gluck e Ranieri de' Calzabigi (che l'anno dopo creeranno il loro "Orfeo") col coreografo Gasparo Angiolini, il quale condivideva il loro intento di infondere allo spettacolo, in questo caso alla danza, la "verità espressiva".


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