Gli strumenti costruiti a Parigi da Ignace Pleyel furono particolarmente apprezzati da Frédéric Chopin sin dal 1832, quando il polacco debuttò nella società francese proprio con un concerto ospitato nei saloni della casa costruttrice.

Molte delle indicazioni lasciate dal compositore nei suoi brani pianistici, trovano corrispondenza in quelle che erano le caratteristiche degli strumenti di Pleyel, dalla possibilità di ottenere un suono cantabile, allo speciale timbro del pedale 'una corda', come gran parte delle testimonianze dell'epoca sembrano attestare.

Si rivela dunque piuttosto interessante un compact prodotto dall'etichetta Alpha nel 2003, dove Arthur Schoonderwoerd esegue una scelta di brani di Chopin su uno strumento di Pleyel del 1836: un nuovo mondo sonoro si apre all'udito dell'ascoltatore, e anche l'interpretazione di Schoonderwoerd pare scelta in funzione delle caratteristiche dello strumento storico.

Se il generale rallentamento dei tempi - si pensi che il celebre valzer detto 'del minuto' dura qui quasi due volte e mezzo - può lasciare un po' perplessi, vero è che molti dei brani sembrano ritrovare la calma e la composta grazia che l'estetica e la sensibilità compositiva del polacco sovente richiedono dall'esecutore.