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Progetto Puccini: Manon Lescaut

in onda venerdì 7 novembre alle ore 21

Progetto Puccini: Manon LescautAscolteremo oggi Manon Lescaut, opera che segna il primo vero successo di Giacomo Puccini.

Grande era stata la delusione del musicista per gli scarsi esiti scaligeri del suo Edgar, e solo la fiducia e l'amicizia di Giulio Ricordi lo convinsero a non seguire il fratello Michele, che proprio nell'89 era emigrato in sud America; l'editore lo sostenne dedicando tempo, impegno e denaro al musicista che così continuò a lavorare.

Lo struggente personaggio di Manon, nato dalla penna dell'Abate Prevost nel 1731, era stato preso a soggetto da drammaturghi, coreografi, musicisti ed operisti tra cui ricordiamo Halevy, che musicò il suo balletto nel 1830, Auber, autore dell'opera rappresentata nel 1856, e qualche anno prima di Puccini Jules Massenet, che nel 1884 aveva trionfato all'Opéra Comique di Parigi.

In quel periodo la vita di Puccini si svolge in una situazione di precarietà economica ed artistica e il musicista, "innamorato perdutamente dell'amore" come egli stesso si definiva, dal 1884 si era legato sentimentalmente in una scandalosa unione irregolare con Elvira Bonturi, sposata Gemignani e madre di due figli.

Con grande scalpore nel 1886 la donna scelse di abbandonare il marito e con la figlia Fosca seguì Giacomo; la sconveniente famiglia si stabilì nel '91 a Torre del Lago, tranquilla località della Versilia che dal 1925 legherà il suo nome, anche nella toponomastica, a quello del musicista lucchese.

Puccini lavora alacremente alla sua nuova opera, il personaggio ambiguo di Manon e la vicenda romanzesca lo appassionano, occorre la forma drammaturgica più adatta a seguire il suo estro musicale: ecco perché l'elaborazione testuale dell'opera non venne affidata a un singolo librettista, ma vide la collaborazione di più artisti, alcuni appartenenti alla corrente letteraria dei cosiddetti "scapigliati".

Essi sono, nell'ordine: Ruggiero Leoncavallo (librettista delle proprie opere ma anche delle opere "Marco Wetter" di Antonio Machado e "Redenzione" di Giovanni Pennacchio); Marco Praga, Domenico Oliva, Luigi Illica, che diverrà uno dei più fedeli amici e collaboratori del nostro compositore, lo stesso Puccini e l'immancabile Giulio Ricordi.

Fu proprio Ricordi a conciliare le complesse dinamiche che opponevano i vari scrittori nella gestazione del testo per Manon, come si evince da alcune sue lettere indirizzate a Domenico Oliva: "...a me, incompetente in materia letteraria, sia permesso parlare dal punto di vista musicale: ebbene, quei brani che sembrano lunghi, od oziosi, ho voluto udirli al pianoforte e passano rapidissimi, perché tutti a note e parole, su tempi veloci... Certo però, qua e là, alcun verso andrebbe ritoccato. Io credevo che, col manoscritto presentatole, Ella chiamasse presso di se Illica, e di presenza esporre allo stesso le di lei impressioni, i di lei desideri: il trovarsi a contatto, dirò così scherzosamente, le parti belligeranti, conduce più facilmente alla pace! Ma infine ad una soluzione bisogna pur venire." (6 luglio 1892).

E ancora il 1 marzo 1893, un mese esatto dopo l'osannata prima dell'opera: "Pur troppo questa benedetta Manon finì per costarmi molti dispiaceri e molti quattrini!!!, ed accomodi, e modificazioni e riaccomodi. e Pantalone paga! - Ma infine, non me ne pento: l'opera è pienamente riuscita e non se ne parli più. Tuttavia, un ultimo dispiacere mi rimane: quello di non essere riuscito a conciliare (si intende poeticamente) i due definitivi collaboratori del Libretto: cioè lei ed Illica".

L'ispirazione del compositore lucchese è raffinata, duttile, ricca ed aperta ai suggerimenti europei pur con una forte componente individuale; "Puccini è il successore di Verdi" aveva più volte detto il caro Ricordi, e il successo di Manon, in scena al Regio di Torino una settimana prima della prima scaligera del Falstaff verdiano, collocherà Puccini tra i migliori operisti italiani.

150° Anniversario Giacomo Puccini

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