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Vladimir Ashkenazy a Londra

in onda giovedì 17 dicembre alle ore 21,00

Vladimir Ashkenazy a LondraVladimir Ashkenazy, celeberrimo pianista incontrato in una recente puntata dedicata alla sua attività americana come direttore dell'orchestra di Cleveland, ci viene oggi presentato, sempre nella sua veste di direttore, alla testa della Royal Philharmonic Orchestra, di cui Ashkenazy fu direttore principale dal 1987 al 1994.

Forniamo dunque qualche altro spunto sulla personalità del musicista, prendendo materiale dalle interviste e dalla sua autobiografia, intitolata "Ashkenazy: Oltre le frontiere", scritta a quattro mani insieme al suo agente ed amico Jasper Parrott nel 1985.

Sulle tecniche del buon direttore e sul suo approccio nel rapporto con gli orchestrali, Ashkenazy ci dice: "Fino a che i musicisti vedono che tu sei davvero appassionato alla musica e che questa è la principale ragione per cui stai dirigendo, non c'è alcun problema di rapporti. Essi sentono subito ciò che tu vuoi. I musicisti riescono a capirmi molto presto e generalmente a loro piace ciò che voglio fare. Sono molto fortunato.".

Interessanti anche queste considerazioni sulla musica: "Continuerò sempre a cercare la verità nella musica... ci deve essere, dopo tutto, un nesso tra la verità nella musica, sul piano più elevato dell'esperienza, e la verità nelle cose di ogni giorno... Non prevedo cambiamenti drammatici nel mio modo di vivere, vedo solo come funziona. Se le cose vanno bene, può darsi che cambierò in meglio, chi lo sa?".

Il carattere di Ashkenazy ci viene descritto da Parrott: "Se alla prima impressione la riservatezza, l'attenzione al dettaglio e la sua occasionale puntigliosità ci impressionano maggiormente, chi ha modo di conoscerlo meglio scopre presto con piacere quante altre qualità si trovarno in lui. La timidezza lascia il posto ad un calore e fascino che conquistano; l'intensità della sua concentrazione si converte dall'abituale rapporto con la musica in un generoso e illimitato interesse verso i suoi amici, per non parlare della sua famiglia. La sua gentilezza, lealtà e generosità, non solo per gli amici più stretti, ma perfino verso i conoscenti occasionali, sono davvero rimarchevoli".

Il rapporto del musicista con l'ambiente londinese ha radici lontane: proprio a Londra avvennero il suo debutto concertistico, con la London Symphony Orchestra, ed il suo primo recital solistico nel 1963.

Durante gli anni '60 Londra era un centro vivacissimo di sviluppo e diffusione della musica classica, con le sue cinque orchestre sinfoniche, e molti giovani musicisti europei vi si stabilirono: tra loro, oltre a Vladimir Ashkenazy anche Daniel Barenboim e Jacqueline Du Pré, Zubin Mehta e Itzhak Perlman, che si ritrovavano spesso insieme per suonare ed incidere dischi.

Nel 1968 Ashkenazy decise, insieme alla famiglia, di recarsi nella più tranquilla Islanda (terra d'origine della moglie), della quale nel 1972 egli prese la cittadinanza, pur continuando a viaggiare per le sue tournées e le registrazioni.

Il programma odierno è in gran parte dedicato ad autori russi: inizieremo con il Capriccio Italiano di Piotr Ciajkovskij; seguono il balletto Le Stagioni di Alexander Glazunov e il Concertino per violoncello e orchestra di Sergei Prokofiev, composizione rimasta incompiuta che fu completata e orchestrata da Mstislav Rostropovich e Dmitri Kabalevsky; in questa incisione del 2003 la solista è Lynn Harrell, una partner abituale di Ashkenazy.

Concluderemo gli ascolti con le Variazioni per pianoforte e orchestra su un tema di Paganini del compositore polacco Witold Lutoslawski; Ashkenazy rimane sul podio mentre al pianoforte troviamo un ex bambino prodigio di origini polacco-svedesi (che iniziò la sua carriera a sette anni come batterista jazz...): Peter Jablonski.

VLADIMIR ASHKENAZY

Royal Philharmonic Orchestra
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