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Over the Top Tv

Trends ed Evoluzione

Da alcuni anni ormai ci si aspetta e si prevede la convergenza tra TV e internet.
E’ ormai un dato di fatto che la domanda di contenuti audio video si muove sempre di più, e ormai da tempo, verso le nuove piattaforme cosiddette internet based: la fruizione dei contenuti cambia (multidevice, non-lineare e multitasking), i fruitori di contenuti cambiano, le esigenze e le preferenze di ciascuno si diversificano e aumenta anche, grazie al valore aggiunto offerto dalle piattaforme on-line, la disponibilità a pagare per avere la possibilità di avere ciò che si vuole, quando si vuole. Di non poco rilievo è anche il volume d’affari del mercato: in Europa il trend medio di crescita del settore è pari al 30% all’anno, con la raccolta pubblicitaria su internet che aumenta, in controtendenza rispetto alle altre piattaforme. Le evoluzioni tecnologiche sono al passo con i desideri di consumo attraverso tutti i devices di nuova generazione che abilitano una fruizione anytime, anywhere arricchita da una user experience amplificata che, a sua volta, conferma e accresce le richieste dei fruitori che possono ora trovare soddisfazione anche attraverso smartphones e tablets, device mobili in continua evoluzione in grado di garantire accessi alla rete ad alte prestazioni e una fruizione di contenuti multimediali on-line con qualità elevata.

In questi anni l’evoluzione delle piattaforme è stata protagonista nel dibattito economico, politico, sociale anche nel nostro Paese: dalla Web TV, all’IPTV, alla Connected TV alla Widget Gallery. Non sono però mancati, e non mancano, problemi di natura tecnologica, politica, industriale e, soprattutto, di definizione dei ruoli di “nuovi” e “vecchi” player nel nuovo ecosistema.

                       

Sono diversi i modelli di fruizione, ognuno con diversi protagonisti e obiettivi.

in primis gli operatori Telco che hanno lanciato le prime forme di on-line tv (Fastweb nel 2001) su piattaforme di IPTV. In Italia, la crescita di questa piattaforma si è dimostrata però lenta e, di fatto, si è fermata nel 2006. Nel resto del mondo, anche nei paesi dove ha avuto un riscontro commerciale, resta comunque confinata in una nicchia di mercato.

Poi ci sono gli Over The Top (vedi Google o  Apple), con piattaforme Internet based. Gli operatori “tradizionali (TV e TLC) sono compressi in questa dinamica e l’utente costruisce il proprio palinsesto, autoproduce contenuti, partecipa e fa emergere la fruizione social.
Tuttavia sia la Google Tv che la Apple Tv, finora, non hanno riscontrato il successo previsto, in particolar modo in Europa.

I fornitori di apparati (produttori come Samsung, Sony, LG) che iniziano a vendere e programmare una road map di prodotti che consentono l’accesso diretto alla Rete e di fatto si “alleano” con gli OTT. Il problema di queste, cosiddette, Smart Tv è dato dalla notevole frammentazione dei protocolli e degli ecosistemi. C’è comunque un iniziativa nata dall’alleanza di LG , TP Vision (il nuovo proprietario del ramo TV di Philips) e Sharp (girano voci che altri produttori giapponesi, vedi Sony, potrebbero aderire all’iniziativa) denominata Smart Tv Alliance, che ha come obbiettivi principali quello di creare un ecosistema non-proprietario per incoraggiare gli sviluppatori a rendere le applicazioni indipendenti dalla piattaforma attraverso un kit standardizzato. Per rendere più facile ai nuovi partner unirsi in questa impresa e per rendere efficace il confronto fra partner, i fondatori hanno creato un consorzio, lo Smart TV Alliance Consortium, il cui scopo primario è quello di definire le specifiche tecniche che consentiranno agli sviluppatori di applicazioni di creare applicazioni che siano in grado di viaggiare indipendentemente su più piattaforme, senza bisogno di riprogrammarle.
Il Software Development Kit (SDK) sarà quindi disponibile online a costo zero. Con SDK 2.0, gli sviluppatori saranno in grado di creare applicazioni per i televisori in vendita a partire dal 2013.

Poi ci sono i Broadcaster. BBC iPlayer è la prima risposta europea dei broadcaster alle IPTV, ma soprattutto agli OTT: la piattaforma diventa, in Gran Bretagna, una alternativa ai broadcaster tradizionali. In Italia, Premium Play, SkyGo e Tivù On (evoluzione del Bollino Gold) seguono il modello scelto da BBC con iPlayer (mutuando quello delle IPTV).

Recentemente sono emerse tre nuove esperienze interessanti; le risposte da parte di Broadcaster/Telco agli OTT diventano cross-industries e i progetti presentano diverse forme di convergenza:

- HbbTV: consorzio pan-europeo partecipato da broadcaster e produttori di apparati per la realizzazione di una piattaforma di accesso ai contenuti TV e internet (STB, Connected-TV, …); tale piattaforma ha una larga diffusione sopratutto in Germania, in Spagna e in alcuni paesi del est Europa.

- Youview: progetto britannico con obiettivi simili a HbbTV anche se mantiene un modello di tv tradizionale ma “connessa” e raccoglie broadcaster, operatori Telco e vendors;

- NBC/Shazam: una partnership tra broadcaster e OTT per le Olimpiadi 2012 con l’obiettivo di ampliare l’esperienza di fruizione delle dirette sportive attraverso contenuti multimediali da device mobili.

In tale contesto, non va dimenticato che, in tutta Europa, la banda a 700 MHz dovrebbe essere riassegnata ai servizi di telefonia mobile a partire dal 2015. La piattaforma DTT , già sotto forte pressione concorrenziale da parte della capacità superiore del DTH e del “cable for HD” , il refarming della banda 700 taglierebbe la capacità trasmissiva dei broadcaster di circa un terzo. L’ultima occasione per rallentare questo processo è l’incontro dei Direttori delle radiocomunicazioni ITU, il prossimo 27 luglio. Al cambio d’uso della banda 700, si aggiunge poi la prossima migrazione dal sistema DVB-T al DVB-T2 che offrirà certamente capacità di banda ai broadcaster, ma richiederà lunghi tempi per il cambio del parco apparati degli utenti finali, oltre ad un significativo sforzo (tecnico ed economico) per l’aggiudicamento delle reti trasmissive. Questo cambio verso la Connected TV presenta dunque un numero di sfide e opportunità notevoli. Ad esempio: una maggiore gamma di produttori di contenuti con format e programmi più interattivi; maggiori opportunità per i produttori e per i consumatori con una pubblicità mirata e diretta basata anche su aste di annunci di vendita; piattaforme più complesse (come multi-screen e interface); forme di network ibride e dinamiche con la fusione di una gamma maggiore di tecnologie.

Le domande finali oggetto della riflessione e che interrogheranno l’industria nei prossimi mesi potrebbero essere:

- Qual è l’impatto della connected TV sui modelli di business dei broadcaster (pay e free) e dei gestori di rete italiani?

- Come deve essere ripensato il prodotto televisivo per la connected TV? ovvero, quale è il nuovo ruolo dei produttori di contenuti?

- Dobbiamo abilitare il Paese per la connected TV. Chi può assumere questo compito? Qual è il ruolo del servizio pubblico?

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