Scatti di scena

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La storia

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Nora e Ugo sono già separati, ma per ottenere il divorzio manca ancora un anno. Non si sono visti molte volte dopo la separazione e li incontriamo dal loro avvocato, Roberto, dove dopo molte discussioni si sono recati per ottenere l’affido definitivo del cane. Uno, si chiama il loro cane, dalla combinazione dei loro due nomi. Ed è adorato da entrambi. Lo avevano trovato per strada ai tempi del loro grande amore. Non sono lontani quei tempi. Un giorno lei era entrata nella piccola libreria di lui...
Che cosa lo aveva colpito a prima vista? Lui in seguito se l’è sempre domandato. Il tailleur rosso, da manager spavalda, su un corpo snello e ben disegnato?.. Oppure quello sguardo un po’ vago, un po’ distratto che si posava solo per un attimo e volava via come una farfalla? O forse il tono di voce con cui gli aveva chiesto uno sconto, dopo aver scartabellato per un’ora tra i volumi ed aver scelto un libricino in edizione economica?
Eppure aveva attaccato discorso con lei. E lei era rimasta a chiacchierare. A lui piaceva come rideva. Come muoveva le mani. Come si sfilava la scarpa a punta, dal tacco altissimo, che probabilmente le faceva male.
La sera l’aveva portata a cena in un localino dove lei ebbe a ridire sul rapporto qualità-prezzo, anche se naturalmente offrì lui.
Uscirono che si tenevano allacciati.
Un’ora dopo erano a letto insieme. Due mesi dopo erano sposati...

Lei invece lo sapeva che cosa l’aveva attratta subito in quel libraio nel cui negozio era entrata per caso, solo perché le facevano male le scarpe e doveva riempire il buco tra un appuntamento e l’altro: la passione che gli illuminava gli occhi quando parlava dei suoi libri. Eppure lei dei libri se ne fregava, non aveva tempo di leggere, il lavoro le assorbiva l’intera giornata.
Le mani di lui che accarezzavano le pagine come se fossero il seno di una donna, e le venne voglia di sentirsele addosso quelle mani...
L’abbigliamento casual portato con innata eleganza, era sicura che non l’avrebbe delusa il dessous una volta spogliato. Perché era certa che quello lì lei l’avrebbe spogliato e prestissimo.
E a cena era talmente emozionata che non riusciva a mandare giù neanche il dolce. E siccome si sentiva terribilmente ignorante di fronte a lui, non fece che parlare di cose che sapeva. Rapporti qualità prezzo e cose del genere. Ma neanche lo sapeva quello che stava dicendo. Pensava al dopo, alle calze che si erano smagliate e quindi, se lui l’avesse invitata a casa sua, non poteva accettare: non ti puoi presentare ad una prima volta con le calze smagliate!
Al diavolo le calze! Dopo il secondo bicchiere di vino aveva dimenticato persino di avercele! Ricordò solo di avere le gambe, le braccia e un corpo che fremeva al pensiero di quello lì.
E non si sbagliava. La notte fu stupenda. E così le altre notti che vennero.

Si erano sposati in fretta e furia in Comune.  Non per necessità ma per il desiderio di dare un sigillo al loro amore, come se avessero paura di vederlo scappare via da un momento all’altro, di risvegliarsi da un sogno. Si erano sposati da soli, con due testimoni raccattati in municipio. Era una cosa tutta loro.
Gli anni da sposati di Ugo e Nora sono stati un balletto continuo tra estasi e infelicità, tra litigi feroci conclusi da lunghissime ed entusiasmanti paci tra le lenzuola e reciproche delusioni, gelosie, incomprensioni profonde cui non sempre la passione può sopperire.
Ora lui pensa che quel giorno, quel lontanissimo giorno, avrebbe dovuto capire che lei non era la donna per lui. Chiederebbe uno sconto su una bolletta, scoccando strali carichi di promesse all’impiegato delle Poste. Promesse, certo, lei si è sempre difesa così, poi non concede nulla. Ma non capisce quanto sia umiliante per un uomo vedere la propria moglie essere seduttiva con chiunque.
Lei è una donna pratica e, diciamolo pure, taccagna. Sì, nei momenti più bui del loro rapporto la parola che gli viene in mente è taccagna.
Seduttiva e taccagna!

Ah, lei sarebbe seduttiva?
Nora ricorda bene il famoso giorno dell’incontro. Avrebbe dovuto capirlo da subito con chi aveva a che fare. Lui non era seduttivo, si sottraeva e invitava le donne alla conquista. Trincerato tra scaffali di libri, saggi, poesie, piccole edizioni preziose in carta pregiata… Un Bello Addormentato, che invitava principesse a baciarlo per risvegliarlo alla vita. E come si risvegliava volentieri! Quello che lei credeva di aver travolto col suo fascino e liberato da una vita austera, ne aveva fatte di tutti i colori! Lui, che celava dietro la sua aria da romantico sognatore, la lussuria di un dongiovanni!
“Ma che dongiovanni. Ma quando mai..!”
Si difendeva lui. Ma lei era diventata gelosa di ogni cliente, anche non bella, che si attardava con lui a parlare di libri.

Finché non venne quel 17 aprile. Quella sì, per Nora è una data da ricordare. Quella in cui, raggiungendolo nel piano sottostante alla libreria, lo “spazio culturale” in cui si serviva una tazza di tè ai clienti, lo aveva trovato avvinghiato sul divano con una scrittrice americana!
No, non gliel’ha mai perdonato quel tradimento. Lui ha cercato di giustificarsi: è stato un momento, avevamo bevuto e mi sentivo abbandonato da te. Ma per lei è stato il crollo di una cattedrale. Tradirla, tradirla nell’unico legame saldissimo che li univa dal primo momento che si erano visti: il sesso. Il sesso che per loro vuol dire passione, confidenza, fantasia, sperdimento…
E tu ti sperdi con un’altra, sporco traditore?
“Ma no.. che mi sperdo.. Io quella.. E’ partita la mattina dopo.. figuriamoci…”
Ma lei ha chiesto la separazione.

Ora sono passati due anni e tra uno otterranno il divorzio. Non saranno mai stati sposati. Di loro due insieme non resterà niente. Ugo ha dovuto chiudere la libreria: chi riesce più a mantenere una libreria del genere in un momento come questo, con la gente che non compra più libri perché deve risparmiare anche sui generi di prima necessità? Allo scadere del contratto il padrone del locale ha raddoppiato l’affitto. E Ugo ha dovuto arrendersi.
Anche Nora non se la passa bene. Come esperta di marketing è brava ma ha sempre avuto dei contratti a progetto. Chiuso uno, gliene proponevano subito un altro. Ma adesso invece l’altro contratto non è arrivato. La rampante Nora che ha sempre preferito fare la free lance, piuttosto che l’impiegata a stipendio, si trova in seria difficoltà.

Ed eccoli dall’avvocato. Ma il Destino arriva sotto forma di una telefonata di Zia Clo Clo: perché vuole vederli con tanta urgenza tutti e due?

La villetta dove ha sede l’atelier di abiti da sposa della zia è amena come il paesaggio che la circonda. Un luogo obbiettivamente romantico, se i due non ci arrivassero sotto una cappa di angoscia. Anche le facce che incontrano non sembrano felici: è ammalata? Sta morendo? Ugo non sa trattenere più la sua emozione. Corre verso la porta dello studio di zia Clo Clo e Nora lo segue, anche lei scossa.

“Ragazzi, ce l’avete fatta ad arrivare!”
La zia Clo Clo non sembra affatto in punto di morte. Truccatissima, ingioiellata, è circondata da valige intorno alle quali si sta affannando la signora Iside, l’espertissima sarta dell’atelier.
Ma che cosa vuole la zia?
La zia non ne può più, è stanca, ha bisogno di pensare a se stessa, ed è ammalata e deve andare negli Stati Uniti per curarsi. E desidera che i nipoti prendano il timone dell’atelier.  Loro sono una coppia giovane e dinamica, capace di far fronte alla crisi anche con la dimostrazione lampante di un matrimonio felice. Lei lascerebbe tutto in mano loro. Tornerà tra un anno, se l’atelier sarà ancora in piedi tutto il guadagno andrà a loro, altrimenti Tant pis pour touts… Lei ci avrà provato a far largo ai giovani.

Nora si riprende per prima dallo stupore e inizia a declinare l’invito:
“Veramente.. Tuo nipote è Ugo…”
Ma la zia la smentisce subito:
“No, qui ci vuole una coppia! Che sia il simbolo dell’amore felice, senza contare che tu sei un’esperta di marketing.. Una donna con i piedi per terra. Mio nipote è un intellettuale, un sognatore… Da solo fallirebbe in quindici giorni. Insieme, invece, siete una forza. Quindi o tutti e due o niente. Prendere o lasciare!”

Nora e Ugo prendono tempo. Ma lei è senza lavoro e la chiusura della libreria di Ugo è imminente. L’abbraccio della zia e l’applauso del piccolo staff dell’atelier saluta la loro decisione. Nora e Ugo Piccolomini sono i nuovi titolari dell’atelier. Almeno per un anno…

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