[an error occurred while processing this directive]
[an error occurred while processing this directive]

Grandi direttori: Pierre Boulez

in onda martedì 13 novembre alle 12,00

Grandi direttori: Pierre Boulez "Sono arrivato alla direzione tardi, avevo oltre trent'anni. E ci sono giunto per necessità, per difendere le opere e i classici del XX secolo, che erano eseguiti poco e male. Per esempio si trascuravano Schoenberg, Webern e Berg". Della multiforme personalità di Pierre Boulez (Montbrison, 26 marzo 1925), compositore, direttore d'orchestra, saggista, intellettuale impegnato su fronti politici e sociali e massimo "profeta del contemporaneo", ci soffermeremo nel programma odierno solamente sulla sua attività direttoriale.

Lo faremo precisando subito che, in ogni caso, la composizione è sempre stata al centro degli interessi del musicista francese. "Non potrei mai dirigere cose che non m'interessano", ha precisato Boulez, "scelgo solo titoli da cui ricavare qualcosa. Ma mentre potrei benissimo smettere di dirigere per un anno, non rinuncerei mai a comporre, perché è nella scrittura del nuovo, più che nella reinterpretazione del già noto, che si riflette la parte più autentica e originale di me".

Eppure ci sono molti compositori che dirigono e molti direttori che si dilettano a comporre. Ma ben pochi sono quelli arrivati ai massimi in entrambe le vesti. Consigliere musicale per la Cleveland Orchestra dal 1970 al 1972, Direttore principale della BBC Symphony Orchestra tra il 1971 e il 1975, Direttore musicale della New York Philharmonic tra il 1971 e il 1977, Boulez è attualmente Direttore ospite principale della Chicago Symphony Orchestra, oltre a essere direttore ospite delle più prestigiose orchestre del mondo.

Storica la sua Tetralogia a Bayreuth, nel '76, con la regia di Patrice Chéreau ed esemplari le sue letture degli autori del primo '900. Alla fine degli anni '70 ha promosso la nascita di due istituzioni, l'Ircam e l'Ensemble Intercontemporain, con le quali ha potuto realizzare le sue idee sulla creazione e diffusione della nuova musica. Ma Boulez dirige anche musiche di compositori che si immaginerebbero lontani dai suoi interessi musicali, come Anton Bruckner, Leoa Janácek e lo stesso André Jolivet, soprannominato in gioventù «joli-navet», rapa carina.

Alla sua direzione, generalmente senza bacchetta, è stata a volte rimproverata una eccessiva freddezza interpretativa. Sicuramente l'approccio analitico del Boulez direttore risente del modo di procedere del Boulez compositore. Ma difficilmente si può non rimanere affascinati ad esempio dalla prova di lucida analisi dei rimandi tra le diverse strutture ritmiche della Sagra della primavera di Stravinski realizzata da Boulez nel 1951 in « Stravinski vive ».

Potremo oggi apprezzare la chiarezza di lettura del musicista francese in Die jakobsleiter (La scala di Giacobbe), oratorio per soli coro e orchestra di Arnold Schönberg, nella ricostruzione e orchestrazione di Winfried Zillig sulla base dei frammenti esistenti dell'oratorio rimasto incompiuto.

A conclusione di programma ascolteremo di Manuel de Falla il balletto in 2 parti El sombrero de tres picos (il cappello a tre punte), andato in scena per la prima volta al teatro Alhambra di Londra il 22 luglio 1919 con le scenografie di Pablo Picasso.


Pierre Boulez su Wikipedia

[an error occurred while processing this directive]