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Il giro d'Italia



Nella prima puntata di Pezzi da 90 abbiamo raccontato con amore e con rimpianto la triste vicenda di Marco Pantani ma anche e soprattutto le sue epiche imprese sportive tra le montagne.

Sono indimenticabili per gli amanti del Ciclismo (e non solo) i suoi scatti tra Alpi e Pirenei, libero dalla bandana da pirata e in piedi sui pedali.

Ed è quella del Pantani in bicicletta innanzitutto una immagine: una sequenza televisiva, magari al rallentatore.

Eppure il ciclismo è diventato uno sport popolare e mitico nella storia italiana grazie ai suoni: grazie alla Radio.

Il Tour de France nacque nel 1903, seguito qualche anno dopo (nel 1909) dal nostro Giro d’Italia. E già dagli anni Trenta l’EIAR cominciò a seguire le tappe, trasmettendo i risultati e le classifiche.

Dopo la Guerra, la Rai cominciò (siamo per l’esattezza nel 1947) a trasmettere l’intera corsa grazie alle epiche cronache dei suoi giornalisti sportivi, da Mario Ferretti a Paolo Valenti (ve lo ricordate Paolo Valenti così distinto a presentare Novantesimo minuto?), da Enrico Ameri a Nando Martellini… Furono loro a creare il mito e la rivalità di Coppi e Bartali tramutandoli in leggenda: le radiocronache del Giro venivano seguite da milioni di ascoltatori.

D’altronde il Ciclismo è sport che ancora oggi crea aspettative e passioni, malgrado le disillusioni, il doping, gli scandali e le eccessive sponsorizzazioni (ma quelle c’erano già negli anni Trenta…).

Chi scrive ama molto il ciclismo e lo ha seguito da vicino. Un giorno ci trovavamo al Tour de France, su una vetta dei Pirenei, ad aspettare pazienti. L’arrivo era previsto per le 17,00. Eppure a Mezzogiorno c’era un signore anziano, di quelli vestiti di tutto punto e col bastone (avesse avuto anche il papillon e la lunetta all’occhio destro avremmo pensato di trovarci alla fine dell’Ottocento, quando il ciclismo divenne sport professionistico…), che aspettava lì, impettito, immobile e serio, in piedi, a duecento metri dal traguardo,  con lo sguardo rivolto verso il tornante da cui molte ore dopo sarebbe spuntato il Peloton..

E però alla Radio Mario Ferretti ci ha avvertito che:

“Un uomo solo è al comando della corsa; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi!”


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