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Il mistero della mummia di Torino

La dottoressa Sabina Malgora era convinta di effettuare un esame di routine quando ha esaminato per la prima volta con la TAC la mummia egiziana  Ankhapakered conservata al museo Archeologico e Paleontologico di Asti, ma appena l’immagine RX è apparsa sul computer i ricercatori hanno spalancato gli occhi. 

La mummia non era affatto una mummia, ma uno scheletro completamente frantumato e scomposto avvolto dalle bende. Le ossa erano completamente dislocate e la testa era stata apposta posticciamente fissandola con delle canne. E’ evidente che la mummia non è quello che si supponeva fosse, un alto sacerdote del tempio di Min, e i nostri ricercatori adesso hanno per le mani un bel mistero da risolvere.

Chi e perché ha posto uno scheletro avvolto da bende all’interno di una tomba reale? Chi era quest’uomo, certo non un reale o un sacerdote, e perché allora si trovava in quella tomba? Superquark segue in anteprima le indagini endoscopiche e di ricostruzione facciale (con le moderne tecniche di studio antropologico e di “polizia scientifica) sul corpo di questa enigmatica mummia, che daranno forse un volto e un nome allo scheletro dell’uomo avvolto nelle bende.
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