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Musical on stage - Broadway... e dintorni: Nostalgie, di Alexis Weissenberg

in onda lunedì 27 luglio alle ore 12,00

Musical on stage - Broadway... e dintorni: Nostalgie, di Alexis WeissenbergIn una delle sue biografie si legge che "... crebbe in un ambiente dove la lettura a prima vista della musica da camera era abituale come il guardare la TV", e naturalmente la prima insegnante di pianoforte fu la sua mamma: collocato oggi in uno spazio, quello del musical, in cui raramente incontriamo musicisti classici, parliamo di Alexis Weissenberg.

Nato nel 1929 a Sofia, Weissenberg soffrì a causa delle sue origini ebraiche la deportazione fascista: catturati nel tentativo di fuggire in Turchia madre e figlio vissero in un campo di concentramento dove, ricorda il musicista, "solo tre cose rimanevano costanti: il silenzio, il canto e il pianto".

Il bambino però aveva con sé un accordion, (strumento ad aria analogo alla fisarmonica) che gli consentì di superare i momenti più brutti, e anche di farsi notare da una guardia tedesca amante della musica, che permise alla coppia di prendere il treno diretti ad Istanbul.

Dopo aver suonato in Bulgaria, Turchia, Palestina, Egitto e in Sud Africa,nel 1945 Alexis poté studiare presso l'Accademia di Musica di Gerusalemme, e l'anno dopo era negli USA dove frequentò la prestigiosa Juilliard School of Music; di quel periodo egli ricorda Olga Samaroff ("uno dei pochi insegnanti che io abbia incontrato i cui allievi suonavano tutti in modo differente. L'individualità era qualcosa che lei rispettava. Aveva una comprensione profonda della personalità dei suoi studenti, e lasciava che le persone evolvessero autonomamente"); furono suoi maestri anche i più celebri Artur Schnabel, Wanda Landowska e Vladimir Horowitz.

Fu quest'ultimo che nutrendo grande fiducia nelle capacità del giovane lo spinse a partecipare alla Leventritt Award Competition, che Weissenberg vinse nel 1947: nello stesso anno il pianista suona alla Carnegie Hall il Terzo Concerto di Rachmaninov diretto da George Szell con la New York Philharmonic Orchestra, e questo concerto è considerato dall'artista il suo vero debutto.

"..Da allora ho avuto le stesse esperienze dei miei colleghi: le molte ansie e soddisfazioni della professione; dubbi e gioie dovuti all'inevitabile tensione tra impulso istintivo e rendimento artistico; l'enorme responsabilità individuale che deriva dall'abilità tecnica e dall'espressione creativa; la vita monotona tra valigie e sale da concerto; ma anche, e soprattutto, momenti di assoluto piacere nel comunicare - quella magica interazione che ha luogo tra pubblico ed artista, tra direttore e solista, tra due anime sensibili".

Un periodo sabbatico di circa dieci anni, e poi ancora Rachmaninov e Ciaikovsky a Berlino nel '66 sotto la direzione di Karajan che lo definisce "uno dei migliori pianisti del nostro tempo"; Bach, Beethoven, Schumann, Brahms, Chopin, Liszt, Rachmaninov Prokofiev e Debussy sono solo alcuni degli autori che Weissenberg ha magistralmente interpretato nei suoi concerti internazionali e nelle incisioni discografiche.

Fin da piccolo Weissenberg si era cimentato anche con la composizione, e le sue opere pianistiche, intrise di cultura classica commista al jazz, sono molto interessanti; ci accingiamo ad ascoltare oggi la sua Nostalgie, "commedia musicale surrealista per voci e due pianoforti".

Si tratta di canzoni in cui il ruolo pianistico di accompagnamento talvolta pare voglia prendere il sopravvento sul canto, suggerendo un andamento pianistico quasi indipendente, ma è solo un fugace spunto; i due pianoforti restano comunque al proprio posto, salvo affacciarsi autonomamente in 6 dei 24 numeri di cui il musical si compone.

In questo lavoro piuttosto singolare - soprattutto perché concepito da uno dei più grandi virtuosi della tastiera - potremo cogliere chiaramente entrambe le fonti di ispirazione di Weissenberg, che passa con disinvoltura da Chopin a Duke Ellington, da Scriabin a Kurt Weill, da Stravinsky a Gershwin e Charlie Mingus.

Alexis Weissenberg

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