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L'opera Lirica: Proserpine

in onda martedì 3 aprile alle ore 21,00

L'opera Lirica: ProserpineIl nome di Giovanni Paisiello è indissolubilmente legato alla sua più importante opera, quella "Nina pazza per amore" che nel 1789 si era inserita a pieno titolo nella querelle franco-italiana sul rapporto tra ragione e natura esistente nell'arte - e nell'opera in musica in particolare.

L'incontro tra Paisiello e la tradizione della tragédie lyrique avvenne quasi forzatamente nel 1801 quando, chiamato a Parigi direttamente da Napoleone come direttore della sua cappella personale, gli venne richiesta appunto un'opera di stile francese; venne affidato a Paisiello il compito di musicare la storia del rapimento di Proserpina, che il celebre librettista Guillard aveva ripreso direttamente dalla versione di Quinault già posta in musica nel lontano 1680.

Il Primo Console di Francia (che si sarebbe poco tempo dopo proclamato Imperatore) nutriva una grande ammirazione per la musica del compositore italiano, del quale apprezzava soprattutto la connotazione espressiva: per Napoleone le pagine di Paisiello, così come il canto dell'usignolo, potevano piacere solo "alle anime sensibili" .

D'altra parte il soggetto mitologico e la massiccia presenza di cori e danze - elementi fondamentali di quel modello stabilito in Francia oltre un secolo addietro dal (pur italiano) Lully - non erano esattamente nelle corde del nostro, nemmen troppo avvezzo a padroneggiare l'impegnativa metrica francese; pure egli seppe elaborare il mito del rapimento di Proserpina ad opera di Plutone in modo del tutto personale.

Il Bonaparte apprezzò moltissimo la "Proserpine", che però non fu accolta troppo entusiasticamente dal pubblico d'oltralpe; di fatto dopo quella prima rappresentazione Giovanni "' o tarantino" fornì a Parigi musica sacra per un altro anno, rifiutandosi di cimentarsi ancora nel genere operistico, e nel 1804 se ne tornò felicemente a Napoli.

La "Proserpine" di Paisiello è un'opera ricca di momenti delicatamente melodici, con un imprinting di stampo schiettamente partenopeo, che trasforma la rigida struttura mitologica in un succedersi di momenti espressivi in cui è il sentimento ad esser posto maggiormente in luce, illuminando anche la severa ambientazione infernale con l'intensità dei rapporti umani che trasformano Cerere, Proserpina e Plutone (cui si aggiunge significativamente il coro) in personaggi di un dinamico intreccio d'affetti.

L'esecuzione dal vivo che proponiamo è di grande interesse; si tratta della rappresentazione che aprì nel 2003 il XXVIII Festival della Valle d'Itria di Martina Franca, uno dei fiori all'occhiello della vita musicale italiana; membro dell'Association Européenne des Festivals des Musique, (organismo che riunisce le maggiori manifestazioni internazionali), il Festival pugliese ha ricevuto anche la medaglia d'argento riservata ai benemeriti della cultura e dell'arte.

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