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Mark Skeet e Matthew Faulk

Sceneggiatori

Cosa di Titanic. Nascita di una leggenda attirerà l’attenzione della gente?
Mark Skeet: "L’idea di fare un film sulla costruzione del Titanic è venuta da RAIUNO. Era un’idea magnifica in quanto, oggigiorno, per fare  una serie televisiva internazionale, serve una sorta di brand riconoscibile. Titanic è proprio quel brand. Tutti hanno sentito parlare del Titanic ed è un argomento che affascina ancora. Nel momento in cui dici “costruzione del Titanic” la gente ti dice “Interessante!”. Nessuno conosce questa parte della storia. Raccontiamo la storia sconosciuta del Titanic. E’ il prequel. Se qualcuno volesse mai fare una seconda serie, ovviamente il materiale non manca. Penso che questa ipotesi verrà presa in considerazione, considerando la presa che avrà sul pubblico. Al di là di questo, credo che abbia una qualità epica, semplicemente considerando i particolari e il tono nell’insieme: l’attenzione del pubblico verrà catturata dal racconto di questa epopea.”

Scrivere su personaggi storici richiede molta ricerca?
Matthew Faulk: “Assolutamente, abbiamo letto molto su Lord Pirrie, Thomas Andrews, J Bruce Ismay, and JP Morgan. Abbiamo cercato di rimanere fedeli allo spirito di questi personaggi, anche se alcuni dettagli sono romanzati. Abbiamo provato a ritrarli in modo piuttosto realistico. Pirrie era un liberale convinto che voleva unificare la gente nell’Irlanda del Nord ed era un sostenitore dell’indipendenza del paese. Morgan era un eclettico, un grande finanziere: Titanic era un progetto molto grande per lui. Abbiamo preso dettagli dalle loro vite. Per esempio, Pirrie era particolarmente devoto alla moglie, così abbiamo inserito il personaggio di Lady Pirrie nella storia”.

Come avete affrontato il tema della politica di allora, considerando che dopo 100 anni alcuni di questi problemi esistono ancora?
MF:”Non abbiamo usato veri rappresentanti del Protestant Ascendancy nell’Irlanda del Nord. Sono tutti personaggi romanzati. Abbiamo preso degli eventi veri e li abbiamo resi nostri. Abbiamo provato a mantenere la storia delle sommosse e del trattamento che all’epoca ricevevano i cattolici, il più possibile reale, cercando di evitare sensazionalismi. Ciò che abbiamo scritto non può essere considerato falso. Abbiamo cercato di essere il più possibile fedeli al contesto storico, dando voce ad entrambi le parti. Penso si possa dire che Lord Pirrie sarebbe ora percepito come una persona buona, qualcuno che voleva unificare e risolvere le differenze tra le persone.
Ciascun lato ha ovviamente i proprio rappresentanti estremi che abbiamo altresì rappresentato. Conor McCann si unisce all’ala nazionalista cattolica estremista, e anche tra i protestanti abbiamo raffigurato esponenti estremisti.
Durante la mia ricerca, qualcuno mi ha detto “ Se riesci a capire la situazione dell’Irlanda del Nord, vuole dire che in un certo senso sei stato informato male”. E’ stato importante cercare di rimanere neutri nella sceneggiatura. Non volevamo entrare in polemiche del tipo “I Protestanti sono persone terribili, mentre i cattolici sono persone meravigliose”. Volevo solo ritrarre le persone come esseri umani che hanno a cuore i propri interessi”.

Perchè rendere la storia multiculturale?
MS: " Abbiamo scoperto che c’era una comunità di immigrati italiani che viveva a Belfast, che contava circa 1.500 Italiani. Come Pietro, erano venuti a lavorare come marmisti nelle dimore nobiliari. L’idea che Sofia lavori da Harland & Wolff è credibile”.
MF: "C’erano 1.500 immigrati italiani a Belfast. Lavoravano il marmo nelle case dei ricchi, non lavoravano nella costruzione del Titanic, quindi questa parte non è romanzata. Era proprio così. Inoltre, il progetto di Morgan era quello di fare palate di soldi, non sfruttando i passeggeri ricchi  ma bensì rifacendosi sulle migliaia di emigranti che viaggiavano dal vecchio al nuovo mondo, facendosi pagare 5 sterline a tratta. Una somma considerevole, per l’epoca. Era il Freddie Laker del suo tempo, in un modo buffo.”

Com’era lavorare così a stretto contatto con il regista Ciaran Donnely nella stesura delle sceneggiature?
MS: "Avere Ciaran lì con noi è stato perfetto. Fin dall’inizio, riusciva a trasmetterci il modo in cui avrebbe voluto girare tutto. Ha una visione molto simile alla nostra, ma è stato sicuramente molto utile avere questa energia e questa visione concentrate, ci ha aiutato a prendere delle decisioni.
MF: "Per fortuna ci siamo trovati molto bene. Ci sono stati molti momenti in cui stavamo lì seduti in una stanzetta a discutere. Alla fine però siamo rimasti amici, il che è stata un po’ una conquista. A me e Mark piace molto lavorare a stretto contatto con i registi. Alla fine della fiera, è lui quello che punterà la macchina da presa. Sarebbe inutile pensare alle sceneggiatura come qualcosa di separato dal film.”

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