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L'opera lirica: Olimpia

in onda martedì 3 luglio alle ore 21,00

L'opera lirica: Olimpia Una sorta di "tedesco onorario": ecco come E. T. A. Hoffmann - personalità tra le più significative del romanticismo di matrice germanica e quasi emblematica di tutto il movimento ottocentesco - definisce l'operista italiano Gaspare Spontini.

Scrive Hoffmann: "Così ora lei dimora tra noi, ora che possiamo chiamarla totalmente nostro; per la prima volta il cuore fa un balzo in gioia assoluta davanti ai suoi lavori! - Si, voi siete tutto nostro, perché la verità si irradia in un fluire celestiale dalle vostre opere, così come dalle opere dei nostri Haendel, Hasse, Gluck, Mozart, e di tutti i maestri che in parole e suoni lasciano la loro impronta solo su metallo genuino e prezioso e non hanno bisogno di risplendere con scintillanti sfavillii, e così l'autentico animo Germanico si apre alla verità soltanto. Sia felice dunque tra noi, ci tenda una mano amichevole che saremo ansiosi di incontrare con sincera Germanica cordialità".

In uno dei suoi saggi musicali il caustico letterato aveva paragonato l'opera tedesca al buon vino e l'opera di Rossini addirittura alla limonata, perché in essa "quello che importa non sono né i personaggi né le situazioni o qualunque altra esigenza del dramma, e le parole sono solo un veicolo per sequenze di note che formano successioni di svolazzi che titillano l'orecchio".

Agli antipodi del genio rossiniano, l'idea che Spontini aveva dell'opera, con la sua grandiosità nella costruzione dell'impianto drammatico e musicale che attingeva alle grandi narrazioni e mai indugiava al leggero o al quotidiano, ben si incontrava sia con la "grandeur" francese della tragédie lyrique che con il profondo idealismo di stampo teutonico.

Poco dopo la prima francese della nuova opera di Spontini Olimpie, Hoffmann ne realizzò una traduzione tedesca che fu assai bene accolta a Berlino, e nel 1821 a quest'opera dedicò un ampio saggio dove annovera ben tre opere dell'italiano (oltre "Olimpia" anche "La Vestale" e "Fernand Cortez") tra i migliori lavori del teatro musicale del suo tempo.

La trama di "Olimpia" è desunta dalla storia e mutuata dal genio di Voltaire che aveva dedicato alla moglie (in Spontini figlia) di Alessandro Magno una tragedia nel 1763; l'operista italiano ne rispetta approssimativamente la trama col suo finale drammatico, ma deciderà di dare alla versione tedesca della vicenda un lieto fine.

L'opera di Spontini, da noi trasmessa in versione italiana in una bella incisione del 1966, sarà seguita dalla rubrica "Omaggio a Voltaire", che accanto alle musiche di scena di una omonima "Olympie" composte da un poco noto contemporaneo di Mozart (Joseph Martin Kraus), propone alcune godibilissime pagine tratte da uno dei capolavori del 900 musicale: il "Candide" di Leonard Bernstein, ispirato anch'esso al grande genio di Voltaire.




Fondazione Pergolesi Spontini - Jesi

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