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L'opera Lirica: Armida immaginaria

in onda martedì 1° maggio alle ore 21,00

L'opera Lirica: Armida immaginariaLa "Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso è stata una miniera di spunti per gli artisti di ogni tempo, tanto che ad essa si ispirò perfino un film muto italiano del 1911; il nostro poema epico per eccellenza ha dato anche al teatro musicale copiosissimi stimoli e materiale da cui librettisti e compositori hanno attinto per diversi secoli per realizzare le loro opere.

Tra i personaggi femminili, ancor più di Clorinda ed Erminia, i musicisti hanno spesso scelto come protagonista la fascinosa maga Armida il cui nome (assoluto o accompagnato ad un'ampia varietà di aggettivi) dà il titolo ad opere di Haydn, Gluck, Rossini, Dvorak ma anche Salieri, Anfossi, Weir, Sacchini e, più indietro nel tempo, Lully.

Alla fine del XVII secolo Domenico Cimarosa era considerato il compositore di opere comiche per eccellenza; delle sue quasi 100 composizioni per il teatro la maggioranza attiene proprio al genere giocoso, e "Il matrimonio segreto" è l'opera settecentesca rimasta ininterrottamente sulle scene dalla sua prima rappresentazione fino ad oggi.

Uomo di grande successo e straordinaria versatilità Cimarosa operò in molte importanti città italiane, e la sua fama lo portò anche a Varsavia, Vienna, Madrid, fino a San Pietroburgo dove soggiornò ben tre anni.

Musicista dalla vena melodica piacevole e fluente, nella sua "Armida immaginaria" del 1770 Cimarosa accoglie la trama tassesca di cui Giuseppe Palomba, esperto librettista, elabora spunti particolarmente vivaci; ecco allora accanto ai personaggi nobili - che parlano un linguaggio poetico e musicale più "alto" - i vari Spatachiatta, Battistino, Bernabò, che si esprimono in modo più popolare.

Una tale differenziazione al fine '700 era particolarmente sentita - la Rivoluzione Francese è alle porte - ma l'interesse primario del musicista di Aversa è quello di permettere che la storia, che alterna momenti comici a spunti patetico - amorosi, si dipani in modo chiaro e godibile e possa essere ben compresa dal pubblico.

Il lavoro di Cimarosa alterna arie solistiche di vario carattere a passi d'insieme, in cui il musicista si dimostra particolarmente abile; il recitativo secco, elemento obbligato dell'opera del tempo, assurge a ruolo di collante tra le varie parti in modo non pesante e banale ma strategico e variamente realizzato: un passaggio importantissimo verso i futuri sviluppi rossiniani.

Vi offriamo quest'opera in una registrazione effettuata dal vivo nel corso del XXIII Festival della Valle d'Itria di Martina Franca nel 1997.


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