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Stravinsky, o lo sguardo trasversale

in onda sabato 3 maggio alle ore 15,30

Stravinsky, o lo sguardo trasversaleDiceva di essere un eterno contemporaneo e forse proprio questa è la migliore definizione per Igor Stravinsky, figura nodale tra i musicisti del primo Novecento (sul quale vi abbiamo già dato alcune annotazioni in occasione di uno dei nostri Archivi): un vero genio del nostro tempo, che ha saputo armonizzare cellule del passato sedimentate nel presente e presaghe di un'arte ancora da venire.

Commissionato per il Festival contemporaneo della Library of Congress nel 1927, il balletto Apollon Musagète ispirato al mito di Apollo e le Muse è composizione asciutta ed essenziale; insoddisfatto della prima realizzazione Stravinsky ne affidò la rielaborazione al coreografo Balanchine, e questi ne condivise le linee ispiratrici: "La partitura di Apollon sembrava dirmi che potevo, per la prima volta, osare e non utilizzare tutte le mie idee; che potevo anch'io eliminare. Limitando e riducendo quelle che sembravano essere le mille possibilità di approccio alla musica iniziai allora a vedere come potevo chiarire l'unica via davvero inevitabile"; ne ascolteremo una esecuzione dello stesso Stravinsky realizzata alla RAI nel 1957.

Sulla Sinfonia di Salmi, che ascolteremo in una recente incisione, molte furono le osservazioni di Stravinsky sulla genesi dell'opera; "Il mio punto di vista sui reciproci rapporti delle parti vocali e strumentali coincideva con quello degli antichi maestri della musica contrappuntistica, che appunto li trattavano da pari e non riducevano la funzione dei cori a un canto omofono, né la funzione dell'insieme strumentale a quella di un accompagnamento".

Il Concerto per Violino in Re maggiore, fu scritto da Stravinsky nel 1931 per il violinista Samuel Dushkin; l'orchestrazione cameristica e le denominazioni dei movimenti (Toccata, Aria, Capriccio) sono chiaramente ispirate al periodo barocco, e vi sono nel rapporto del solista con l'orchestra chiari riferimenti al Concerto per due violini di J. S. Bach.

Possiamo giovarci ancora delle parole del musicista stesso per meglio comprendere l'ispirazione di questa composizione: "Il virtuosismo fine a se stesso occupa una piccola parte nel mio Concerto, e credo che le difficoltà tecniche del brano siano relativamente modeste".

Il nostro incontro si conclude con una breve selezione dall'opera The Rake's Progress, che fu rappresentata per la prima volta nel 1951 a Venezia, con una collaborazione tra Biennale, Teatro La Fenice e Teatro alla Scala.

Qui Stravinsky si avvicina - e ci avvicina - alla duttile, sagace, geniale drammaturgia verdiana del Falstaff, ma anche Mozart fa capolino in quest'opera, che riecheggia le architetture del Così fan tutte e i personaggi del Don Giovanni.

Stravinsky ne derivò il soggetto dal ciclo di incisioni settecentesche di argomento moralistico di William Hogarth visto in una mostra ed intitolato appunto La carriera di un libertino.

Da questo vero capolavoro del Novecento teatrale ascolteremo l'intensa scena finale del Primo atto, che vede protagonista il dolce ed ingenuo personaggio di Anna, qui interpretata da Kate Royal, giovane ed avvenente soprano, che ha legato il suo nome al repertorio antico, a quello mozartiano e alle incursioni nel classicismo dell'ex-Beatle Paul Mc Cartney.

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