Come è noto Johann Sebastian Bach inserì originariamente le prime cinque Suite francesi nel Clavier-Büchlein per Anna Magdalena Bach, risalente al 1722, mentre l'intero gruppo di sei Suites non è stato tramandato in forma autografa ma da fonti appartenenti a diversi allievi dello stesso compositore.

Sull'appellativo di 'francesi' tra le varie ipotesi vi è quella che Bach, dopo aver scritto le cosiddette 'Suites inglesi', abbia voluto intitolare la successiva raccolta facendo riferimento a un contesto diverso, ovvero quello della nazione che aveva una preminente tradizione compositiva proprio nel genere della suite.

In un doppio compact prodotto dalla Warner Classics nel 2010, Olivier Baumont propone l'intera raccolta delle Suites francesi, offrendone un'interpretazione variegata che rende adeguatamente le differenze espressive tra i diversi brani.

Il clavicembalista francese suona su uno strumento del 1774 costruito da Jacques Goermans, e a questo capolavoro strumentale di Bach padre affianca due suites di Carl Philipp Emanuel Bach: riesce così a sottolineare sia la relazione tra il genitore e il figlio, sia la capacità di 'emancipazione' dai modelli paterni da parte dello stesso Philipp Emanuel, che all'epoca raggiunse una fama e un'importanza di gran lunga superiore a quella di Johann Sebastian.

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