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Ritratto d'autore: Giuseppe Martucci

in onda venerdì 5 ottobre alle ore 12,00

Ritratto d'autore: Giuseppe Martucci Negli anni in cui in Italia imperava il melodramma, fu uno dei pochi esponenti del sinfonismo italiano. Considerato come compositore un continuatore della linea Beethoven-Schumann-Brahms e influenzato dalle opere di Wagner, Giuseppe Martucci (Capua, 6 gennaio 1856 - Napoli, 1 giugno 1909) rivolse la sua attenzione alla produzione sinfonica straniera, soprattutto a quella tedesca, contribuendo per primo in Italia al risveglio dell'interesse per la musica strumentale nel periodo tardo romantico.

La critica che gli è stata rivolta in passato è stata proprio quella di non aver saputo rinnovare la musica strumentale basandosi sulle tradizioni nazionali. Eppure oggi l'interesse per l'opera di Martucci ha trovato un nuovo impulso.

Figlio di un trombettista, fu un bambino prodigio: a soli otto anni teneva concerti al pianoforte, suscitarono l'entusiasmo di Anton Rubinstein e di Franz Liszt . Insegnò dal 1880 nel Conservatorio di Napoli, in seguito venne nominato direttore in quello di Bologna e poi ancora di quello di Napoli. Tra i suoi allievi figura anche Ottorino Respighi.

Notevole anche la sua attività in veste di direttore d'orchestra. In particolare diresse la "prima" italiana di Tristano e Isotta di Wagner a Bologna nel 1888. E il più importante direttore d'orchestra dell'epoca, Arturo Toscanini, è stato il più strenuo sostenitore della sua musica.

Il suo catalogo conta una notevole mole di musica pianistica dalla elegante anche se talvolta convenzionale fattura, tra le quali il primo ascolto del programma, i Tre pezzi per pianoforte op. 64.

Anche la parte più consistente della sua musica sinfonica è costituita da trascrizioni per orchestra di suoi brani pianistici. È il caso di una delle più celebri pagine di Martucci, il Notturno in sol bemolle maggiore op. 70 n. 1, che ascolteremo oggi nell'esecuzione dell'Orchestra Filarmonica della Scala guidata da Riccardo Muti. Di carattere decisamente tardo romantico e dal tono malinconico e intensamente lirico, il Notturno utilizza al meglio un linguaggio armonico fatto di ritardi, cromatismi e appoggiature.

Dal repertorio vocale ascolteremo poi Pagine sparse, sei liriche per voce e pianoforte op. 68 su testi di Corrado Ricci, composte fra il 1888 ed il 1889, e Romanza, lirica per voce e pianoforte, scritta a Napoli nel 1872.

Un altro sostenitore dell'opera musicale di Giuseppe Martucci fu il compositore Gian Francesco Malipiero, che riconobbe nella Sinfonia n. 2 in fa maggiore op. 81 l'inizio del rinnovamento della musica non operistica italiana. Eseguita per la prima volta a Milano l'11 dicembre 1904 sotto la bacchetta dello stesso compositore, la sinfonia in quattro movimenti presenta numerose affinità con le sinfonie di Johannes Brahms e sviluppa un serrato gioco strumentale, grazie a un'abile orchestrazione dalle sonorità morbide e leggere.

A chiusura di programma la Sonata in sol minore per violino e pianoforte op. 22 testimonia l'attività di Martucci anche in campo cameristico, con risultati notevoli, come nel caso del Quintetto in do per archi e pianoforte.


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