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Thésée, di François-Joseph Gossec

in onda venerdì 30 dicembre alle ore 21,00

Thésée, di François-Joseph Gossec

Thésée

Tragédie lyrique in quattro atti, musica di François-Joseph Gossec (1734-1829)

Libretto di Étienne Morel de Chédeville, da Philippe Quinault.

Prima rappresentazione: Parigi, Académie Royale de Musique, 1 marzo 1782.

 

Personaggi:

Thésée, tenore

Églé, soprano

Médée, mezzosoprano

le Roi Égée, baritono

Minerve, soprano

Dorine, soprano

la Grande Prȇtresse, soprano

Cléone, mezzosoprano

Arcas, basso


LA TRAMA

ATTO I. La scena rappresenta il tempio di Minerva. In lontananza infuriano i combattimenti. La città di Atene, governata da Egeo, è assalita sulle coste da dei ribelli che si sono uniti ai popoli nemici. All’avvicinarsi dei combattimenti, la principessa Egle – che Teseo ha strappato dalla battaglia – implora la dea perché risparmi il re, il suo salvatore e il suo popolo. La gran sacerdotessa di Minerva e il suo seguito uniscono la loro voce alle sue suppliche. La vittoria infine è a favore di Egeo: costui ritorna solennemente e ordina di preparare grandi sacrifici per render grazie alla divinità che ha manifestato la sua protezione. Quando poi tutti si ritirano, Egeo rivela a Egle il suo amore e il suo desiderio di averla accanto come sposa, al posto di Medea, alla quale aveva precedentemente promesso la propria mano. Medea si dovrà accontentare di sposare suo figlio, che egli non conosce, dal momento che l’ha fatto crescere, a distanza, nelle campagne di Trézéne. La principessa con rispetto ma fermezza lo respinge, poi si iniziano i sacrifici.

ATTO II. La scena rappresenta una parte esterna del palazzo di Egeo. Medea confida alla propria ancella Dorina di esser tormentata dall’amore e di non riuscire a trovar quiete. E’ Teseo che ella ama e che potrà farle dimenticare l’ingrato Giasone. Dorina l’incoraggia a seguire i propri sentimenti senza preoccuparsi troppo delle conseguenze; ma Medea esita, ben conoscendo gli errori che compie un cuore disperato. Arriva il re Egeo che ringrazia Medea di essere intervenuta a suo favore: sono i suoi poteri malefici, e non quelli di Minerva, ad aver protetto la città di Atene. Questa gratitudine nasconde l’imbarazzo: non sa come dire alla donna la sua decisione di sposare Egle. Ma è troppo felice per rendersi conto come la stessa Medea benedica quel progetto e desideri piuttosto di unirsi a Teseo, l’eroico vincitore dei ribelli. Entrambi sono interrotti dal clamore della folla che, festeggiando il vincitore, vorrebbe farne l’erede al trono. Egeo, ignorando che si tratta del proprio figlio, decide di fare del tutto per impedire la cosa. Malgrado la gioia però Teseo non cede al desiderio della folla e va a rassicurare il re sulle proprie intenzioni benevole. E rivela a Medea che è l’amore, non la brama del potere, a trattenerlo ad Atene. Medea, che per un momento crede di essere lei la sua amata, scopre presto la verità: è Egle ad averlo attratto a sé. Furiosa, la donna finge di interessarsi alla loro unione e di intercedere presso il re in loro favore. Fiducioso Teseo va via, mentre Medea lascia scatenare la propria vendetta.

ATTO III. Mentre Egle attende impaziente l’arrivo di Teseo, improvvisamente appare Medea, che riesce a ottenere dalla donna la confessione del proprio amore per Teseo. Medea allora le rivela di essere sua rivale in amore, e che farà piegare gli amanti grazie ai suoi malefici, se ve ne fosse bisogno. Per dare a Egle un esempio dei propri poteri magici, Medea trasforma il palazzo in un orribile luogo solitario infestato di demoni e spiriti infernali. Agli ordini di Medea, questi torturano la principessa, ma costei, malgrado i tormenti, dice che non potrà smettere di amarlo che al momento di morire. Medea allora le mostra il corpo inanimato di Teseo, che ella si accinge a sacrificare. Presa dal panico, Egle infine cede e giura di rinunciare ai propri sentimenti, di essere indifferente dunque al suo amato e di sposare il re. Medea allora placa le furie, risveglia Teseo e lascia sola la coppia. Teseo non comprende il silenzio di Egle e si lamenta di essere abbandonato da colei che ama. Commossa da tale lamento la donna alla fine rivela la manipolazione di cui è stata oggetto; da parte sua Teseo apprende di essere il figlio di Egeo, ma non desidera la riconoscenza del re per null’altro che non sia il proprio valore. Entrambi si giurano amore eterno, qualsiasi sia il loro destino. Medea li interrompe bruscamente: ha ascoltato tutto e per dare maggior peso alla propria vendetta, finge di rinunciare a Teseo e di sublimare il proprio amore. Gli amanti la ringraziano per il suo nobile gesto. Medea allora unisce il proprio canto a quello della coppia ma, a parte, promette terribili atrocità.

ATTO IV. La scena rappresenta un palazzo nato dall’incantesimo di Medea. Rimasta sola Medea non esita ulteriormente. Per consolare il proprio cuore tradito ancora una volta, ucciderà sia il suo amato che la rivale. Spiega a Dorina la soluzione che ha escogitato: dopo aver compiuto in precedenza l’assassinio dei figli avuti da Giasone, ecco che preparerà un nuovo parricidio. Sarà lo stesso Egeo a uccidere Teseo, perché ignora che è suo figlio. All’arrivo del re, Medea gli porge un vaso contenente del veleno da offrire all’eroe. Per accrescere la rabbia del re gli fa presente che Teseo aspira a prendere il suo posto sul trono di Atene. Egeo è perplesso, riconoscendo comunque il valore dell’eroe. Ma le ragioni di Medea sono indiscutibili e alla fine decide che le obbedirà. Arrivano gli amanti, seguiti dal popolo,  e sia Egeo che Medea fingono di favorire il loro matrimonio. Al momento però di porgere il vaso contenente il veleno a Teseo, Egeo esita. La principessa Egle allora comprende la sua esitazione e, sospettando l’inganno, rivela ai presenti che Teseo è il figlio del re. Medea è così scoperta ma fugge prima che qualcuno se ne accorga. Immediatamente iniziano le celebrazioni di giubilo per festeggiare il ritorno ad Atene dell’erede del re e le sue nozze con la principessa Egle. Ma improvvisamente la terra trema e si fanno sentire i demoni. Appare sul suo carro Medea, intenzionata a distruggere il palazzo. Ma viene fermata da una forza superiore: è Minerva, che appare nel cielo e caccia per sempre la strega. Gli Ateniesi possono così ritornare alla loro gioia e celebrare la pace ritrovata.

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