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James Levine a Berlino

in onda martedì 10 novembre alle ore 17,00

James Levine a Berlino Siamo abituati a vederlo al Met, alla testa dell'Orchestra del Metropolitan di New York, dove debuttò nel giugno del 1971 in una storica "Tosca" con Franco Corelli e Grace Bumbry; direttore Principale dal 1973, Direttore Musicale nel '76 e Direttore Artistico dal 1986, James Levine ha svolto a New York una gran parte della sua carriera, trascorrendovi oltre sette mesi ogni anno e lasciando solo nel 2004 la direzione dell'Orchestra che con lui è divenuta, sul versante operistico, una delle più celebri al mondo.

Levine collabora regolarmente con altre importanti orchestre europee e statunitensi, tra cui citeremo i Wiener Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Chicago Shymphony con la sua residenza estiva al Ravinia Festival (che Levine ha diretto per ben 20 anni), la Philharmonia Orchestra, la Boston Symphony, la Filarmonica di Monaco (di cui è stato Direttore Principale).

Frequenti gli inviti fatti al direttore americano dagli importanti festival di Salisburgo, Verbier, Aspen (in questa splendida località del Colorado Levine ha passato le sue estati dal 1957 al '74) e Bayreuth, di cui Levine dice: "Sono così affezionato al golfo mistico di Bayreuth, perché il pubblico non può vedere il direttore d'orchestra. Ritengo infatti che l'ascolto non debba essere disturbato da elementi visuali. Dopo tutto l'aspetto metafisico è il più importante in musica e ciò non scaturisce né dal gesto né dalle parole".

Nell'attività di James Levine non va dimenticato il ruolo del pianoforte, che studiò da piccolo insieme al violino e che lo vide debuttare come solista nel Secondo Concerto di Mendelssohn a soli dieci anni con l'Orchestra Sinfonica di Cincinnati, città dove è nato nel 1943; anche come pianista Levine ha collezionato una rispettabile discografia con interpretazioni solistiche (Gershwin), cameristiche (Poulenc, Schubert) e come accompagnatore di grandi cantanti (Luciano Pavarotti, Kathleen Battle, Cecilia Bartoli).

Oggi però James Levine dirige per noi i Berliner Philharmoniker, in un programma sinfonico di grande fascino; si inizia con l'Ouverture dalle musiche di scena che Robert Schumann scrisse per il "Manfred" di Byron, opera dalla spiccata sensibilità romantica in cui gli interventi sinfonici e corali (preceduti appunto dall'Ouverture) ben esprimono l'atmosfera angosciata e drammatica dell'opera letteraria.

L'incisione delle Sinfonie di Sibelius da parte di Levine con i Berliner Philharmoniker fu salutata nel 1996 dal New York Times come "una vera rivelazione... Mr. Levine porta chiarezza ad ogni sfumatura della musica e attende scrupolosamente ad ogni sottolineatura espressiva presente nella partitura. Nello stesso tempo egli dirige il brano da professionista del teatro quale è. Il ricco dualismo che ne risulta appare come l'essenza stessa del suo approccio alla direzione: Levine progetta il contenuto musicale del lavoro con un senso drammatico vivido e quasi operistico".

Dell'anno precedente è invece la registrazione che Levin realizza delle "Images" di Claude Debussy; anche questa quarta Suite per orchestra (dopo le "Images inédites" e le due più celebri serie pianistiche) è concepita in modo tripartito; la parte centrale, "Iberia" è a sua volta suddivisa in tre parti dai suggestivi titoli descrittivi.

Terminiamo questa presentazione con una significativa precisazione dello stesso Levine: "Quando salgo sul podio per dirigere una sinfonia di Brahms davanti a duemila persone, molte di queste ne hanno ascoltato una cinquantina di esecuzioni dal vivo, altre hanno consumato il disco a forza di sentirla, ma alcuni non l'hanno mai ascoltata o magari non hanno mai messo piede in una sala da concerto. Questi sono i primi per cui dirigo un concerto, perché per loro si tratta di una autentica prima mondiale; parole che per alcuni di noi saranno un valido ulteriore invito all'ascolto.

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