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Protagonisti: Quartetto Beethoven di Roma

in onda mercoledì 11 novembre alle ore 21,00

Protagonisti: Quartetto Beethoven di Roma Sarebbe decisamente banale dire che, riunendo quattro strumentisti di fama ognuno dei quali è ben apprezzato nella sua carriera solistica, è naturale che il risultato ottenuto sia di altissimo livello; non saranno qui mere considerazioni di natura più propriamente aritmetica a poterci dare il valore del gruppo cui dedichiamo la puntata odierna, bensì apprezzamenti di ben altra profondità, come questo fornito dalla stampa all'indomani di un loro concerto alla Scala di Milano: "...È la qualità del sentimento la carta vincente di questa formazione: un sentimento nobile, raffinato, profondo eppure trasparente come la sonorità di questo gruppo": la formazione è il Quartetto Beethoven di Roma.

A comporlo, alcuni nomi ben noti al nostro panorama musicale: il violinista spagnolo Felix Ayo, il violista Alfonso Ghedin, il violoncellista Enzo Altobelli, cui nel 1986 si sostituì il romeno Mihai Dancila, ed il pianista Carlo Bruno, saldamente legato alla storica ed onorevole scuola pianistica napoletana; tutti questi illustri musicisti hanno fatto o fanno attualmente parte, anche stabilmente, di altre formazioni cameristiche (quartetto per archi, duo, trio etc.) spesso ugualmente note e prestigiose, tra le quali citeremo solo I Musici, i Virtuosi di Roma, I Solisti Italiani, il Quintetto Chigiano ed i quartetti Academica e Stradivari.

Riunendo i loro talenti nel 1970, questi musicisti ottengono da allora riconoscimenti internazionali alla qualità di un lavoro collettivo che, come recita internet, "Riversa nel repertorio del Quartetto con Pianoforte una incredibile freschezza interpretativa, che si rinnova ad ogni incontro.".

Il senso dell'incontro, dinamico, in perenne movimento e non adagiato sulla staticità di una fama ormai acquisita, ci pare l'elemento più positivo che si coglie nel leggere la storia e la carriera del Quartetto e soprattutto nell'ascoltare le loro testimonianze registrate.

Infaticabili nelle loro tournées in Europa, Russia, USA, Canada, Sud America, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, costantemente presenti nei festival Internazionali di musica da camera, questi "fantastici quattro" sono conosciuti ed amati in tutto il mondo anche da schiere di allievi, che li seguono nei vari seminari (alla Victoria University di Vancouver, alla Musikhochschule di Friburgo e al Conservatorio di Sydney) svolti con il desiderio di trasmettere l'entusiasmo e la freschezza di questa loro brillante esperienza anche ai giovani musicisti.

La consuetudine di affiancare agli archi uno strumento a tastiera si ritrova fin dall'inizio del XVII secolo, con le sonate a due e a tre in cui gli strumenti ad arco venivano accompagnati e sostenuti dal clavicembalo con funzione di basso continuo; nel periodo classico l'ensemble cameristico per eccellenza diviene il quartetto d'archi, che però già in Mozart e Beethoven viene modificato aggiungendo a tre archi il pianoforte, che acquisisce ruolo più dialogico e concertante.

Proprio per l'incisione dei Quartetti con Pianoforte di Ludwig van Beethoven, realizzata nel 1977 e da cui in apertura ascolteremo il Quartetto n. 3 in do maggiore, il nostro Quartetto Beethoven è stato insignito del "Premio discografico della Critica italiana".

Addentrandoci ormai nei repertori tardoromantici troviamo altri due titoli di spicco della pur non amplissima discografia del Quartetto Beethoven; il Quartetto op. 60, che è il terzo ed ultimo anche per Johannes Brahms, composto tra il 1873 e l'anno seguente e questa volta nella tonalità di do minore; questo quartetto, la cui gestazione e tonalità sono talvolta indicati diversamente (1855-75 e do diesis minore), precede nei nostri ascolti il Quartetto op. 45 scritto nel 1886 da Gabriel Fauré, che invece dedicò alla formazione di violino, viola, violoncello e pianoforte due opere, di cui questa ultima è meno nota ma non meno apprezzata.

Felix Ayo sito ufficiale
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