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Grandi direttori: Robert Shaw

in onda venerdì 11 dicembre alle ore 17,00

Grandi direttori: Robert ShawForse il suo nome non campeggia nel Gotha delle celebrità, ma certo gli amanti del canto corale lo conoscono e lo amano: vi presentiamo oggi Robert Shaw, musicista americano che, riprendendo le parole del grande violinista Isaac Stern, molti definiscono"senza dubbio il più grande direttore di coro degli Stati Uniti".

Nato in California nel 1916, Shaw cresce in una famiglia nella quale musica e canto, intesi soprattutto come preghiera, sono parte integrante della vita quotidiana; il padre è sacerdote, come anche il nonno, la mamma è cantante e solista nei gruppi diretti dal marito, e così sia Robert che i suoi fratelli e sorelle fanno regolarmente pratica di coro, sia come cantori che come direttori.

Invero le principali passioni di Robert oltre alla religione erano letteratura e filosofia, ed egli si unì alla compagnia corale del Pomona College, che frequentava per prepararsi al sacerdozio, senza pensarci troppo; accettò poi di sostituire il direttore di un coro locale, ma proprio allora - per un caso fortuito - bazzicava il campus universitario un tale che, vistolo all'opera, gli offrì subito un incarico ufficiale come direttore del suo gruppo corale ed un biglietto per New York.

Il tale in questione era Fred Waring, "l'uomo che ha insegnato all'America a cantare", vero pioniere della musica, infaticabile impresario direttore creatore di talenti e di eventi; Robert Shaw, inizialmente reticente, rinunciò al College, volò a New York e cominciò a lavorare sodo, preparando ben 5 shows radiofonici in una sola settimana.

Shaw, non presentando un curriculum ufficiale molto nutrito (aveva studiato musica in modo regolare soltanto per un anno) fu accolto nel mondo professionale con diffidenza, e qualche critico ne parlò addirittura come di "un piccolo Mickey Rooney che tenta di essere serio"; invece fu chiaro molto presto che quel giovane, ricco di passione, talento ed esperienza "sul campo" aveva la stoffa del grande: nel '43, a 27 anni, Shaw sarà premiato dall'Associazione Nazionale dei Compositori e Direttori come il "più grande direttore di coro d'America".

L'approccio di Shaw verso il coro è profondamente legato all'essenza comunicativa della musica e alla gioia del cantare insieme, e si dovrebbe ben riflettere sulle sue semplici ma sacrosante parole: "I cori migliori sono quelli che hanno davvero voglia di cantare"; egli si sforzò di avvicinare l'entusiasmo proprio dei cori amatoriali alla preparazione tecnico musicale di quelli professionisti.

Shaw si fece notare in concerti e memorabili incisioni discografiche con la RCA Victor (di cui ricordiamo quelle con la NBC Symphony Orchestra e Arturo Toscanini); nel 1948 creò la "Robert Shaw Chorale" con cui realizza brillanti tournées in tutto il mondo (compreso l'allora lontanissimo Est, che lo accoglie entusiasticamente); espressamente per questo gruppo corale scrissero Bartok, Britten, Milhaud e Copland.

Nel 1949 Shaw si concentrò sulla direzione d'orchestra ("non riesco a controllare l'orchestra bene come i cantanti e voglio proprio scoprire perché"); lo troveremo a capo delle Orchestre Sinfoniche di San Diego e di Cleveland (dove fu direttore associato, collaborando con George Szell), e infine Direttore Musicale della Atlanta Symphony Orchestra che con lui cominciò una nuova aurea stagione.

Il programma odierno offer un'ampia carrellata di ascolti in cui - con l'eccezione delle Metamorfosi Sinfoniche di Hindemith - protagonista è il suono corale; a cappella, come nel mottetto Totuus Tuus di Gorecki, unito a voci soliste, come nei brani di Schubert e Barber, e infine supportato dall'orchestra, come nei grandi affreschi di Verdi e Stravinsky.

Con Robert Shaw proprio l'Atlanta Symphony Orchestra e la creazione più personale del direttore Americano, quel Coro cui oltre alle sue principali energie egli ha lasciato anche il suo nome.
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