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Diciamo insieme sì al pagamento delle multe con lavori socialmente utili

Insieme di iniziative atte all introduzione di pagamenti alternativi per le sanzioni

Diciamo insieme sì al pagamento delle multe con lavori socialmente utili


Il costo delle multe, delle contravvenzioni per violazioni al codice della strada, ha decisamente un peso differente a seconda del reddito e del patrimonio di chi le subisce. Se chi è meno abbiente può regolare le proprie spese attenendosi a un regime di spesa più moderato rispetto a quello di una persona benestante, allorché il primo riceve una multa viene inevitabilmente colpito più duramente, in proporzione, rispetto al secondo. In alcuni paesi come la Svizzera, la Finlandia e la Norvegia sono da tempo in vigore norme per calcolare l'importo delle multe stradali sulla base del reddito o del patrimonio di chi commette l'infrazione. In Italia alcuni commentatori e alcune forze politiche hanno proposto di introdurre norme che vadano in questa direzione, le quali a nostro avviso introducono una discriminazione in senso opposto, rispetto alla situazione attuale, perché chi fa un lavoro in cui si guadagna moltissimo, ma per un periodo limitato, viene colpito troppo duramente, si veda il caso del calciatore danese Nicklas Bendtner, che si è visto costretto, nel 2013, a pagare una multa di circa 113mila euro. In Italia, oltretutto, considerato l'alto tasso di evasione fiscale, con questo tipo di norma si andrebbe incontro a ulteriori casi di sperequazione. Come fare allora? Occorre colpire l'automobilista indisciplinato, spesso insofferente nei confronti dei limiti di velocità, degli stop e dei semafori rossi, in ciò che gli sta più a cuore: il tempo. Sottraendogli parte del tempo che il conducente cerca di recuperare commettendo infrazioni, si mantiene in parte il principio della progressività della pena (un giorno di lavoro perso colpisce di più chi guadagna di più), ma soprattutto si interviene sulla molla principale che spinge a commettere l'infrazione. Sottraendo tempo si disincentiverebbero le infrazioni più gravi: quelle commesse per guadagnare tempo. Inoltre dai lavori socialmente utili si possono ricavare vantaggi sociali: sia per l'istituzione ricevente, sia per la comunità nel suo insieme, ma anche per lo stesso conducente che entrerebbe in contatto con realtà che con ogni probabilità non conosce, arricchendolo con una nuova esperienza umana. Infine, così facendo, si disincentiverebbe una pratica invalsa in molti comuni: quella di tentare di sanare i bilanci utilizzando la leva delle contravvenzioni stradali, essendo le ore di lavoro ai servizi sociali, molto meno appetibile per l'assessore al bilancio. Insomma da qualsiasi parte si guardi la materia l'idea di sanzionare le contravvenzioni al codice stradale tramite ore di lavoro ai servizi sociali è assolutamente raccomandabile. 


Diciamo insieme sì al pagamento delle multe con lavori socialmente utili  

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