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Archivio RAI: Sergej Rachmaninov

in onda sabato 9 aprile alle ore 00,00

Archivio RAI: Sergej RachmaninovNon si tratta di un prodotto per automobilisti o di una formula chimica: "Rach 3", soprannome con cui molti conoscono il soggetto del nostro Archivio di oggi, sta ad indicare, in quel linguaggio degli spot ormai corrente, il "Concerto per Pianoforte e Orchestra n. 3 in re minore op. 30" di Sergej Rachmaninov.

La fuorviante definizione si diffuse nel 1996, grazie al notevole interesse per questo Concerto suscitato dall'uso che il regista Scott Hicks ne fece nel suo celebre "Shine"; nel film - romanzata autobiografia del pianista vivente David Helfgott - la composizione del musicista russo veniva presentata come paradigma del virtuosismo pianistico più estremo, tale in quel caso da contribuire a portare il protagonista alla follia.

Sulla sostanza funambolica della scrittura pianistica di questo concerto abbiamo (film ed esperienze quotidiane di tanti pianisti a parte) documentazioni storiche: composto nel 1909 il concerto non fu mai eseguito dal suo dedicatario, il celebre pianista Jozef Hoffmann, che alla piccola statura univa una analoga conformazione fisica delle mani, ben diversa quindi rispetto alle grandi mani di Rachmaninov.

Il compositore volle così tentare di affermarsi anche come pianista e virtuoso, interpretando spesso questa sua opera, della quale rimangono anche come testimonianza alcune registrazioni storiche (mentre purtroppo non è rimasta traccia della sua esecuzione diretta da Mahler nel 1909); fu però un giovane Vladimir Horowitz a rendere celebre il terzo Concerto negli anni '30 e a diffonderlo nel mondo, con una interpretazione così convincente da portare il compositore ad abbandonarne progressivamente l'esecuzione.

Rachmaninov dichiarava di eseguire più comodamente questo suo terzo Concerto rispetto al secondo, divenuto famoso anch'esso come "Rach 2" grazie ai film "Breve Incontro" di David Lean del 1946 e soprattutto "Quando la moglie è in vacanza" di Billy Wilder del 1954; la critica, un poco anche grazie a questo abbondante uso cinematografico, ha a lungo sancito una visione fortemente sentimentalistica della musica del compositore russo.

Eppure l'innegabile virtuosismo che si rinviene in questo Concerto così come in parte della produzione pianistica di Rachmaninov ci appare una cifra distintiva ma non esaustiva della sua ispirazione; insieme alla ricchezza dell'orchestrazione e alla magniloquenza del linguaggio è possibile percepire una sorta di presagio verso il pieno novecento, l'anticipazione stilistica di un mondo musicale volto non solo alla sperimentazione di nuovi linguaggi ma ad un utilizzo sinceramente appassionato di quelli tradizionali; in questo senso certamente Rachmaninov rimane tuttora uno dei compositori di musica classica più amati dagli ascoltatori meno esperti.

Vi proponiamo oggi l'ascolto di questo Terzo Concerto in una registrazione realizzata dal vivo nell'aprile del 1989; solista, il pianista moscovita Dmitri Alexeev, insieme al giapponese Junichi Hirokami alla testa dell'orchestra Sinfonica della RAI.


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