"Nella mia incoscienza più totale, avevo scritto una delle mie opere più ardite e pensavo invece con ingenuità che fosse di una facilità infantile, che sarebbe piaciuta immediatamente e che avrei potuto tranquillamente vivere dei miei diritti d'autore" . Quando il 20 novembre 1889 alla Filarmonica di Budapest Gustav Mahler (Kalischt, 7 luglio 1860 - Vienna, 18 maggio 1911) diresse per la prima volta la sua Sinfonia n.1 in re maggiore "Titano" fu accolto da una imbarazzata muta indignazione da parte del pubblico. Gli stessi amici erano costernati e il compositore dovette constatare: "in seguito tutti mi fuggirono, terrorizzati, e nessuno osò parlarmi della mia opera" .

Dalla sinfonia, inizialmente concepita in cinque movimenti, Mahler eliminò l'andante (che portava il titolo di Blumine), il cui manoscritto fu ritrovato solo molti anni dopo la morte dell'autore. Il titolo Titano, eliminato in seguito dal compositore stesso insieme ai titoli programmatici dei singoli movimenti, fa riferimento all'omonimo romanzo dello scrittore tedesco molto caro a Robert Schumann, Jean-Paul Richter, e risale alla prima versione della Sinfonia. La musica, che sembra comunque ricalcare il linguaggio fiabesco e l'abbondanza di immagine poetiche del testo letterario, ("come un suono della natura" è il sottotitolo del primo movimento), ha fatto sì che il titolo venga riportato ancora oggi sulla maggior parte dei programmi.

Caratteristica principale del lavoro sinfonico è la fusione con elementi del Lied: il tema del primo movimento, infatti, riprende il Lied "Ging heut' morgen übers Feld", dalla raccolta dei "Lieder eines fahrenden Gesellen", composta negli anni precedenti. Il più noto dei quattro movimenti di cui si compone la versione definitiva della sinfonia è il terzo, in cui un contrabbasso solo esegue in apertura di movimento una spettrale parodia della canzone popolare per bambini "Fra' Martino".

Ben diversa fu l'accoglienza riservata ai Kindertotenlieder (Canti dei bambini morti), secondo ascolto del programma dedicato a Mahler. I cinque canti utilizzano testi di Friedrich Rückert (1788-1866), poeta dalla vena intima e suggestivamente familiare, che nella storia del Lied vantava già illustri precedenti di incontri con la musica di Schubert, Schumann e Loewe e furono eseguiti con grade successo per la prima volta a Vienna il 29 gennaio 1905 nella piccola sala del Musikverein. Mahler voleva infatti rispettare il carattere intimo della composizione.

Nello stesso concerto Mahler diresse anche Rückert-Lieder, che si legano per molti versi ai Kindertotenlieder. In realtà nell'estate del 1901 Mahler compose ben sette Lieder su testi di Rückert: tre di essi sarebbero poi confluiti nel ciclo dei Kindertotenlieder, completato nel 1904 con l'aggiunta di altri due Lieder. Gli altri quattro, invece, più un quinto Lied sempre di Rückert furono pubblicati nel luglio 1905.

A chiusura di programma ascolteremo il quarto movimento dalla Sinfonia n. 5 in do diesis minore, l'Adagietto reso popolare da Luchino Visconti, che lo impiegò per la colonna sonora del film "Morte a Venezia".

Su questa celebre pagina Sergio Sablich ha scritto: "con la rarefazione della scrittura sottolineata dalla strumentazione per soli archi e arpa, è un'illusione che dura quanto vibra la musica, ma non oltre; e l'energia primordiale del ritmo non s'incarna in marce e danze di reale concretezza, di terrestre umanità: impossibile marciare e danzare su quei ritmi. Tutto è spostato altrove, rimanda ad altri agganci. Ed è lì che probabilmente si trova la verità di questa Sinfonia, in una sfida che si rinnovi ad ogni esecuzione e che costringa ogni volta a ripartire da capo: da quel solo della tromba che già annuncia, col suo ritmo zoppicante, un male oscuro dell'anima e il desiderio meraviglioso d'una pienezza" .

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