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Ritratto d'autore: Joseph Joachim Raff

in onda giovedì 10 dicembre alle ore 17,00

Ritratto d'autore: Joseph Joachim RaffStrana storia, quella raffigurata nel nostro ritratto di oggi: Joseph Joachim Raff ebbe, come vedremo, vicende e fortune alterne ma riuscì a diventare un nome di spicco tra i musicisti della sua epoca; di lui oggi invece pochissimo ci viene proposto da incisioni discografiche e programmi di concerto.

Nato in Svizzera nel 1822 da famiglia di origini tedesche, Raff visse il primo periodo della sua vita - e non fu l'unico - nella povertà; conclusi con grande sacrificio gli studi filosofici, ventenne si diede all'insegnamento; intanto, autodidatta, si dilettava suonando con talento pianoforte organo e violino, coi quali si esibiva in concerti domenicali, e cimentandosi nella composizione; alcuni suoi brani pianistici furono inviati a Lipsia a Mendelssohn che, assai bene impressionato, li raccomandò ai suoi editori Breitkopf & Härtel.

Raff ottenne così una positiva recensione nella " Neue Zeitschrift für Musik" in cui Schumann gli predice un brillante futuro; nel 1844 Joachim lascia l'insegnamento per comporre e organizzare concerti, con la disapprovazione della famiglia che di lui dirà: "...ha fatto di se stesso null'altro che un musicista mendicante"; purtroppo Raff padre non ebbe torto: Joachim andò fallito, e visse in condizioni miserevoli.

Raff non poté però resistere al richiamo del suo idolo Franz Liszt che nel '45 avrebbe suonato a Basilea: suggestivo il racconto che lo vede arrivare a piedi da Zurigo a Basilea sotto la pioggia; finiti i biglietti, la fortuna (nella forma di Belloni, segretario di Liszt) lo volle ammesso ugualmente al concerto, addirittura sul palco accanto al grande maestro, mentre una pozza d'acqua si allargava sotto di lui dai suoi vestiti zuppi... "Mi sedetti là come una fontana che scorre, dimentico di tutto tranne che della mia grande fortuna di poter vedere ed ascoltare Liszt".

Da allora la vita del compositore cambiò: Liszt, nuovo mentore di Raff, più volte gli trovò lavoro, lo volle nel 1849 suo assistente e segretario a Weimar, dove lo introdusse nella sua cerchia culturale, fece rappresentare nel '51 la sua opera "King Alfred", si avvalse di lui come orchestratore di alcuni poemi sinfonici (sulla qual cosa Raff poi rivendicò diritti); secondo Hans von Bülow, pianista e direttore, genero di Liszt ed amico di Wagner assai sinceramente affezionato a Raff (che definiva "Il mio fratello maggiore") "Raff sacrificò a Liszt metà della sua vita"; problemi economici e lavori ingrati a parte, il compositore aveva pur sempre l'opportunità di frequentare un entourage culturale di spicco, che gli garantiva brillanti esecuzioni delle sue opere.

Stilisticamente Raff andava collocandosi tra le innovazioni della giovane scuola tedesca e la tradizione, mentre la sua situazione, così nettamente subordinata a Liszt, gli era sempre più intollerabile: "La pressione che - intenzionalmente e non - Liszt esercita sulla mia personalità è più di quanto io possa sopportare"; lascerà così Weimar, raggiungendo nei 26 anni che seguono stabilità, notorietà e riconoscimenti ufficiali: a Vienna, dove la Gesellschaft der Musikfreunde nel 1863 premia la sua Prima Sinfonia, e nel 1871 a Francoforte dove, preferito a Brahms e Rheinberger, è eletto primo direttore del nuovo Conservatorio.

Di stupefacente fecondità creativa, Raff produsse lavori di tutti i generi, assai popolari nei concerti e nei salotti: scaltro melodista e orchestratore, la sua fama fu enorme, comparabile a quella di Brahms e Wagner; fu però spesso accusato di essere troppo prolifico e poco autocritico, di un eclettismo derivato da scarsa originalità; certo è che, anche ascoltando i brani proposti oggi (tra cui la "Cavatina" che ebbe celebrità e diffusione amplissime) cogliamo continui richiami ai grandi di quel periodo; testimonianza di un percorso musicale che, pur senza lasciare segni indelebili, merita almeno di essere conosciuto.

The essential Raff reference
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