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Ritratto d'autore: Maurice Duruflé (1902 - 1986)

in onda lunedì 19 settembre alle ore 12,00

Ritratto d'autore: Maurice Duruflé (1902 - 1986) Corista alla Scuola del Coro della Cattedrale di Rouen, dove studiò pianoforte e organo con Jules Haelling, Maurice Duruflé (Louviers, 11 gennaio 1902 - Parigi, 16 giugno 1986) a 17 anni si trasferì a Parigi, dove prese lezioni private di organo da Charles Tournemire e ne divenne l'assistente a Sainte Clotilde fino al 1927.

Nel 1920, entrò al Conservatorio di Parigi, che lasciò solo dopo aver vinto il primo premio in organo, in armonia, accompagnamento per pianoforte e composizione. Nel 1927, Louis Vierne lo nominò suo assistante a Notre Dame. Virtuoso straordinario, cominciò a divideva tra la tastiera della chiesa parigina di Saint-Étienne-du-Mont, di cui fu organista titolare dal 1930 ala morte, e una fortunata carriera concertistica che lo condusse in ogni parte del mondo.

Nel 1935 suonò la prima della Sinfonia VI op. 59 di Louis Vierne alla Cattedrale di Notre Dame e nel 1939 eseguì la prima assoluta del Concerto in sol minore per organo, orchestra d'archi e timpani di Francis Poulenc, primo ascolto del programma odierno. Per questa composizione Duruflé aveva fornito a Poulenc alcuni suggerimenti sulla messa a punto della parte per organo.

Nel 1943 divenne professore di armonia al Conservatorio di Parigie quattro anni più tardi scrisse la sua opera più famosa, la Messa da Requiem per soli coro e organo con violoncello "ad libitum" op. 9, ultimo ascolto del programa. Come nel caso del Requiem di Fauré, la struttura adottata esclude la sequenza "Dies irae" e recupera il mottetto devozionale Pie Iesu.

Lo stile delle opere di Duruflé è basato spesso su due elementi principali: un impressionismo dal sapore tardo romantico e una costruzione armonica e melodica ispirata alla tradizione modale del canto gregoriano. Lo si può riscontrare negli altri due pezzi in programma, i Quattro mottetti su temi gregoriani per coro a cappella op. 10 e la Toccata, dalla suite per organo op. 5.

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