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14. Johan Cruijff

di Marco Ardemagni

Lo chiamavano tvcolor.
A casa mia il primo arrivò nel millenovecentosettantasette.
Così non ricordo di averti mai visto giocare a colori
nel bianco e rosso dell'Ajax 
e nemmeno nell'arancio dell'Olanda.
Ma ti ricordo bene
nelle finali di Coppa dei Campioni 
contro il Milan, il Panathinaikos, l'Inter, la Juventus:
ti lanciavi rapidissimo contro un mucchio di avversari con la palla tra i piedi
e ne uscivi ancora con la testa alta e la palla tra i piedi.
Passavi attraverso gli avversari, quasi uno scioglilingua.
Di solito nel calcio uno è veloce oppure è bravo.
Tu eri velocissimo e bravissimo.
Ma ti ricordo soprattutto 
il sette luglio millenovecentosettantaquattro.
Finale dei mondiali contro la Germania.
Io da solo davanti al piccolo televisore di una casa di montagna
tutta la partita in piedi a tifare per l'Olanda.
Al fischio d'inizio una cosa incredibile:
per 55 secondi non fate toccare il pallone una sola volta ai tedeschi.
Solo Olanda.
Poi tu lo rifai:
ti lanci rapidissimo contro un mucchio di avversari con la palla tra i piedi.
Questa volta ti atterrano e per la prima volta nella storia
fischiano un calcio di rigore in una finale dei mondiali.
I tedeschi non avevano ancora toccato la palla.
Ma gli dei del calcio avevano deciso che non avreste vinto quella partita.
Ora che sei lì potresti anche fare un paio di domande.
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