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Soli Deo Gloria: Jean Gilles e Arthur Honegger

in onda domenica 11 luglio alle ore 14,30

Soli Deo Gloria: Jean Gilles e Arthur HoneggerDopo aver ricevuto i primi insegnamenti musicali nel coro della Cattedrale di Saint-Sauveur a Aix-en-Provence, Jean Gilles (Tarascona, 1668 - Tolosa, 1705) successe al suo maestro, Guillaume Poitevin, come maître de musique. Lo stesso incarico andò a ricoprire nel 1697 alla Cattedrale di Saint-Étienne a Toulouse, dove prese il posto di André Campra. Nella sua breve vita compose mottetti e lamentazioni, grandi esempi musicali dell'ultimo '600 francese, ma soprattutto il suo capolavoro, la Messa da Requiem, primo ascolto del programma odierno.

Scritta nel 1698, questa Messa conobbe nei decenni che seguirono un successo raro per l'epoca. Per venti anni consecutivi, tra il 1750 e il 1770, fu eseguita ogni 1° novembre ai Concerts spirituels di Parigi. Inoltre nel 1764 accompagnò l'ufficio funebre di Jean Philippe Rameau, nel 1766 quello di Stanislaus Leszczynski, già re di Polonia, e nel 1774 quello di Luigi XV re di Francia.

Alternando frequentemente parti cantate dai solisti a parti cantate dal coro, questa opera si pone come una delle prima ad avere adottato lo stile concertante. A partire dal 1764, alla fine della Messa venne aggiunto un carillon, nel tentativo di imitare la sonnerie in uso per i morti nella cattedrale di Rouen.

Il lavoro fu scritto per la cattedrale di Saint-Etienne di Tolosa, su commissione di due giovani, per commemorare la morte dei loro genitori, consiglieri del parlamento della città. Finito il lavoro, i due eredi, evidentemente superato il lutto senza troppe difficoltà, diedero disdetta e fecero saltare il tutto. Le cronache riportano che allora Gilles abbia detto: "Ebbene! Essa non sarà eseguita per alcuno, e voglio che sia riservata a me". E così l'opera venne eseguira realmente per la prima volta al funerale dello stesso compositore.

Il secondo ascolto del programma è dedicato a Giuditta, "azione musicale" in tre parti per soli, voce recitante coro e orchestra di Arthur Honegger, su testi di René Morax, dal Libro di Giuditta. Due anni dopo aver composto il suo brano più celebre, Pacific 231, in cui viene descritta la marcia di una locomotiva a vapore, Honegger ritornò con Giuditta (1925) alla tematica religiosa ambientata sullo sfondo dell'Antico Testamento, già utilizzata nel salmo drammatico Le roi David.

"Dopo le accelerazioni della macchina a vapore è giunto il momento di ristabilire quel clima di solenne sacralità del Roi David, che tanta fortuna mi ha portato" . Rispetto a Le Roi David, Giuditta mostra una struttura di maggiore organicità, caratterizzata da numeri chiusi e sezioni corali che fanno spesso da grandioso sfondo ai solisti.

Momenti lirici, recitativi di tradizione oratoriale barocca e declamati su accompagnamenti ritmici incisivi sono sempre rivisti alla luce del personalissimo stile del musicista svizzero, contraddistinto da amonie politonali e da tecniche compositive contrappuntisticamente rigorose.

Molte soluzioni timbriche e la particolare staticità del coro ricordano l'Oedipus Rex di Stravinskij, di due anni posteriore all'opera di Honegger.

Site Arthur Honegger

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