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"Via i vecchi monumenti Urss". Varsavia rottama e Mosca protesta

Tra Mosca e Varsavia è scoppiata la guerra dei monumenti: due visioni opposte, apparentemente inconciliabili, del passato e specie della seconda guerra mondiale. L’istituto polacco per la memoria nazionale (Ipn, molto vicino al partito nazionalconservatore di maggioranza assoluta al potere, il PiS di Jaroslaw Kaczynski) ha annunciato ieri che entro fine giugno presenterà il piano già promesso, per la rimozione di circa cinquecento monumenti sovietici in territorio polacco. Si tratta in massima parte, anzi quasi esclusivamente, di monumenti all’Armata rossa e ai suoi combattenti caduti sul suolo della Polonia nell’offensiva contro la Wehrmacht nazista che si concluse con la presa di Berlino da parte delle divisioni scelte del maresciallo Zhukov. Mosca protesta.

Secondo una recente dichiarazione del ministro degli Esteri della Federazione russa, Sergej Lavrov, la Polonia “è leader europeo in termini di dissacrazione dei monumenti ai soldati sovietici caduti per liberare l’Europa e il mondo dall’Asse”. Dura replica dello Ipn: “Nessuno di quei monumenti è espressione di genuina gratitudine polacca verso i sovietici che poi ci occuparono, non ci portarono la libertà bensì l’instaurazione di una dittatura”.
        
Cinquecento monumenti sono tanti. E li vedi ovunque in Polonia. Dal memoriale dei soldati sovietici a Varsavia sulla strada a sei corsie tra l’aeroporto internazionale di Okecie al centro, fino alla città vecchia dove una statua che raffigura soldati russi all’attacco fiancheggia una chiesa greca cattolica. O a Cracovia, dove la sezione dedicata ai caduti russi prende molto spazio nel cimitero principale. Od ovunque altrove. “Nel giro di due mesi avremo certezza su quanti monumenti rimarranno, a quali condizioni e chi potrà possederli e cosa farne”, ha detto ieri il vicepresidente dello Ipn, Pawel Ukielski. Pensano a riunire molti monumenti alle truppe sovietiche in un museo. “Ma dipende da quanti monumenti saranno, non abbiamo ancora deciso e comunque un museo non potrà diventare una Disneyland dei nostalgici”, ha aggiunto Ukielski.
        
Secondo Lukasz Kaminski, presidente dell’Istituto per la memoria nazionale polacca, “entro giugno cominceremo una campagna che solleciterà le autorità locali a liquidare i monumenti sovietici
anche prima della promulgazione di un’apposita legge, e secondo me abbiamo grandi chances di successo”. L’ambasciata russa a Varsavia accusa il governo polacco di “negazionismo storico”, affermando che senza l’Armata rossa il paese non sarebbe sopravvissuto.
sito di Repubblica
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