Il belga
Philippe Herreweghe (Gent, 1947) si dedica alla musica parallelamente agli studi di medicina e psichiatria, prima studiando pianoforte, organo, clavicembalo e direzione, e poi - nel 1970 - fondando il Collegium Vocale Gent, con il quale inizia un lavoro serio e qualificato nell'esecuzione della musica antica.
Le sue qualità musicali suscitano l'interesse di Nikolaus Harnoncourt e Gustav Leonhardt che invitano Herreweghe col suo Ensemble (tra il 1976 e il 1978) a partecipare alla loro storica incisione integrale delle Cantate di Bach.
Nel 1977 Herrreweghe fonda a Parigi
La Chapelle Royale, dedita anch'essa alla musica antica, ed in seguito altri due gruppi: l'Ensemble Vocale Européen, specializzato nella polifonia del rinascimento, e l'Orchestre des Champs Elyèes, che esegue con strumenti originali i repertori del periodo preromantico e romantico.
Ampia la sua discografia, imperniata sulle grandi opere di Johann Sebastian Bach e sulla produzione dei compositori francesi del XVII e XVIII secolo, ma aperta anche alle opere corali e sinfoniche di Mozart, Beethoven, Brahms, Mendelsson, Fauré, come pure a Mahler e Schoenberg; il musicista belga è stato eletto dalla stampa europea nel 1990 "Musicista dell'anno" e "Ambasciatore Musicale delle Fiandre" nel 1993.
La Chapelle Royale nel suo nucleo originario consta di una trentina di cantori, quasi tutti di estrazione francese, e di un ensemble di strumenti antichi; ad essi vanno aggiunti elementi sia vocali che strumentali in relazione alla scelta del repertorio che nel tempo si è molto ampliato e tocca il periodo antico, quello classico, romantico e contemporaneo.
L'Ensemble fondato da Herreweghe ha partecipato a svariate produzioni operistiche e ha realizzato molte incisioni discografiche oltre alla produzione bachiana realizzata insieme al Collegium Vocale Gent; La Chapelle Royale è stata diretta inoltre da Gustav Leonhardt, Peter Phillips, Michel Corboz, John Eliot Gardiner, Roy Goodman, Sigiswald Kuijken, Bernard Haitink.
Il programma odierno si sviluppa con un filo conduttore che è quello della gioia, della quale la più bella espressione - almeno nella musica ispirata ai testi sacri - è certamente quella del Magnificat.
Oggi potremo ascoltare questo cantico evangelico in due versioni: la prima, per due cori e strumenti, del vallone
Henry Du Mont, organista e compositore nato nel 1610 che fu anche maestro della Chapelle Royale.
Johann Sebastian Bach mantiene il testo latino originario solo in alcuni suoi lavori; lo fa qui nel Magnificat, come anche nella Messa in si minore; composto inizialmente per i vespri di Natale del 1723, questo brano presenta due versioni; la prima in mi bemolle, e la seconda - per noi più familiare - in re maggiore (approntata negli anni 1728 - 30).
Bach concepisce il cantico mariano come una composizione ciclica, con dodici sezioni con al centro una fuga corale; il coro finale riprenderà il materiale di quello iniziale, in ottemperanza all'idea dell'eterna ciclicità della misericordia divina proclamata nella dossologia del Gloria (
"Sicut erat in principio).
Per questa monumentale - non per la sua estensione ma per la sua profonda importanza - opera bachiana, Herreweghe unisce alla Chapelle Royale anche il Coro Collegium Vocale Gent.
Improntate alla gioia e all'esultanza nella fede sono anche i due brani interpretati da Herreweghe e dal suo ensemble che concludono il programma:
"Rejoice in the Lord" di
Henry Purcell e
"Lobet den Herrn"; si conclude così anche il breve ciclo di trasmissioni sul direttore belga.
Collegium Vocale Gent