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L'opera Lirica: Ermione

in onda venerdì 4 febbraio alle ore 21

L'opera Lirica: ErmioneTra il 1818 e il '19 Napoli ospitò a più riprese composizioni di Gioachino Rossini; al San Carlo si allestì con successo la prima del "Ricciardo e Zoraide", repliche di "Adina" e di "Eduardo e Cristina", una riduzione della non fortunata "Armida" e alcune cantate composte da Rossini in onore dei Borboni.

Alla sua "Ermione" - "azione tragica" ispirata al testo secentesco del grande tragediografo Racine - Rossini riservò un trattamento compositivo del tutto innovativo: elaborazione strumentale impervia, virtuosismo vocale estremo, trattamento spregiudicato delle forme musicali, uso del recitativo drammatico ed abbandono del lieto fine.

Il progressivo allontanamento di Rossini dai canoni belcantistici lo porta, in "Ermione", a ripensare totalmente i tradizionali numeri chiusi, che egli organizza come scene di ampissimo respiro e collega maggiormente gli uni agli altri; le forme, pur rispettate, sono portate ad estreme conseguenze, come ad esempio la Sinfonia iniziale che viene arricchita con la presenza del coro.

Anche il ruolo stesso del coro all'interno dell'opera in "Ermione" cambia, essendo integrato maggiormente nel contesto drammatico; l'articolazione tripartita delle arie spesso cede il passo ad una divisione a due parti ed il ruolo di personaggi minori acquista un più netto rilievo drammatico.

Forse anche per questo nel 1819 il pubblico del San Carlo di Napoli decretò a quest'opera un solenne insuccesso; Rossini non era nuovo a pessime accoglienze del pubblico verso le sue opere - basti ricordare il clamoroso fiasco della prima romana de "il Barbiere di Siviglia" nel 1816; dopo il rifiuto napoletano egli, contrariamente a quanto fece per altri suoi lavori, non volle nemmeno adattare la sua "Ermione" al gusto del grand-opéra francese.

Del resto Rossini stesso aveva predetto che l'opera sarebbe stata compresa solo dopo la sua morte, e ne utilizzò alcune parti per inserirle in suoi lavori posteriori.

L'opera - che il pesarese chiamava "il mio piccolo Guillaume Tell italiano", narra il tragico intreccio amoroso tra Andromaca, vedova di Ettore, il re Pirro e la sfortunata Ermione; il dramma rossiniano, rimasto nell'oblio per molti anni, è stato riscoperto solo nel 1987, al Rossini Opera Festival di Pesaro.

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