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Speciale Lamb - Intervista a Rock and Roll Circus e Minilive a Musical Box

Mercoledì a partire dalle 21



Quando Lou Rhodes e Andy Burlow si incontrano nei primi anni Novanta lei è giovane, irrequieta, indaga il folk della sua terra d'origine ma cerca qualcosa che la soddisfi. Andy le spiega che le chitarre possono essere sostituite da breakbeat, tappeti digitali, e che un bella melodia può legare con le sue diavolerie elettroniche.


Detto, fatto, è un successo. Sono passati 20, esattamente metà della vita della bella Lou, vulcanica artista inglese che scrive romanzi e, dal 1996 per la discografia ma un paio di anni prima per la cronaca, fa parte dei Lamb insieme ad Andy Burlow, la band che più di ogni altra ha tracciato le linee guida per il post trip-hop e che, a tanti anni di distanza, una pausa di qualche anno, una ripresa nel 2011, ha appena pubblico un nuovo album, “Backspace Unwind”, che ha presentato in Italia per tre date: il 17 novembre al New Age di Roncade (Tv), il 18 al Qube di Roma e il 19 ai Magazzini Generali di Milano. «Non abbiamo mai voluto essere trip-hop, o meglio, non lo abbiamo mai scelto.


Credo che nessun artista scelga a tavolino di fare un genere di musica preciso, è per questo che il trip-hop oggi non sembra essere sopravvissuto, come ogni genere fluttua e si trasforma secondo le ispirazioni dei musicisti. Noi vogliamo sperimentare, non essere mai fermi a un genere, sentiamo il bisogno di muoverci intorno ad ogni suono finché non troviamo quello che ci ispira».


Il loro incontro avviene a Manchester nel 1994, nel pieno del sound allora promosso da band quali Massive Attack e Portishead, e riescono a innestare l'anima folk della Rhodes con le conoscenze ipertecnologiche di Burlow. Poi un bel successo, alemno fino ai prima anni Duemila, quando decidono di prndersi una pausa e dedicarsi entrambi alle proprie carriere soliste: Burlow più come produttore, lei come musicista folk. «Ho cominciato a dedicarmi al mio primo disco solista nel 2004, ne sentivo una grande necessità. Qualche anno dopo ho sentito lo stesso bisogno nei confronti dei Lamb. D'altronde Lamb è questo, una necessità che si realizza», racconta Lou Rhodes. Il ritorno si intitolava “5”, fu pubblicato nel 2011.



E ora il nuovo  lavoro, che ha una genesi molto particolare. «Un giorno Andy mi ha chiamato e mi ha detto: “Andiamo?”, e io: “dove?”, “A Goa, in India”. A dirla tutta ho sempre avuto delle forti riserve ad andare a scrivere in paesi caldi e attraenti, perché l'ultima cosa che vorresti fare in un posto del genere è chiuderti in uno studio. Qualche anno fa mi propose di andare in Tailandia per qualche tempo, ma non cedetti. Questa volta ho accettato, scene diverse di vita quotidiana ci hanno dato quell'ispirazione che altrove non avremmo potuto trovare». Ora li aspetta un lungo tour, e poi? «Un anno fa ho registrato un mio altro disco solista, credo che dopo il tour lo farò uscire. Chi si ferma è perduto».

AL TERMINE DELLA PUNTATA LA SERATA CON I LAMB PROSEGUE CON IL LIVE A MUSICAL BOX

Guarda i video del mini-live a Musical Box: "We fall in love" e "In binary"






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