di Renato Rinaldi e Andrea Collavino

Il terremoto del Friuli, più volte preso ad esempio come modello riuscito di gestione dell’emergenza e della ricostruzione, a quarant’anni di distanza dall’evento, si ripresenta come punto da cui partire, ma anche come sistema che non può essere riproposto così com’è. La realtà socio-economica, la congiuntura politica, il modo di vivere, sono cambiati drasticamente, e ciò che allora fu possibile e origine di una ricostruzione democratica gestita da popolazione e istituzioni, oggi sembra molto più complesso. Prendiamo in esame tre punti di vista, tre racconti che cercano di esporre la gestione dell’emergenza, la pianificazione economica e l’idea progettuale che sono alla base di quel modello, e che ne inquadrano anche i punti critici cercando di tracciarne un bilancio.

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