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Chiara Banchini e l'Ensemble 415

in onda lunedì 10 dicembre alle ore 6,00 (quarta puntata)

Chiara Banchini e l'Ensemble 415 Quarto appuntamento con il gruppo strumentale svizzero Ensemble 415 e con il suo direttore-fondatore nonché primo violino, Chiara Banchini; per molti è un numero come tanti altri, ma chi pratica la musica antica lo conosce bene: il numero 415 indica le vibrazioni al secondo che corrispondono al LA, suono di riferimento per tutti i musicisti, nell'accordatura usata per la musica antica (mentre negli altri repertori, quando l'oboe dà il la all'orchestra per accordarsi, quel suono ha 440 vibrazioni al secondo); il 415 simboleggia così intonazione, suono, modalità della musica antica, e identifica anche un gruppo strumentale molto noto nel panorama internazionale: l'Ensemble 415.

La storia del gruppo è legata alla musicista svizzera Chiara Banchini, che dopo aver completato gli studi con Sandor Vegh esplora repertori e tecniche della musica barocca sotto la guida di Sigiswald Kuijken, divenendo una delle interpreti più apprezzate sulla scena internazionale ed una delle insegnanti più qualificate dei Centri per la Musica Antica di Ginevra e Basilea.

Nel 1981, per "colmare uno spazio vuoto nel panorama musicale svizzero" come leggiamo nelle biografie, la Banchini fonda la sua Orchestra, che rapidamente si afferma come una delle migliori formazioni barocche; l'Ensemble si caratterizza per il suo approccio tecnico rigoroso e nel contempo per la morbidezza armoniosa del suono e nella sua attività ai molti concerti e alle registrazioni si aggiungono, anno dopo anno, numerosi premi.

Tra questi, un Diapason d'Or ha meritato nel 1991 l'incisione dei Concerti Grossi op. 6 di Arcangelo Corelli, ed è una delle produzioni più apprezzate dell'Ensemble svizzero; da questo disco ascolteremo oggi il Concerto Grosso n. 1 in re maggiore.

I 12 Concerti corelliani, pubblicati postumi nel 1714 ad Amsterdam, furono inconfutato modello del genere per tutti compositori del Settecento; essi erano stati molto apprezzati anche dagli inglesi, ed in omaggio al maestro italiano Haendel così denominerà anche la propria analoga raccolta del 1740.

Corelli (violinista, direttore, concertatore tra i più attivi alla fine del XVII secolo) tra i primi prende coscienza della potenzialità dell'orchestra come agente sonoro autonomo; il compositore non identifica melodicamente i temi da cui si diparte lo sviluppo contrappuntistico, che spesso sono semplici progressioni o configurazioni ritmico-armoniche elementari: proprio questo sarà alla base della grande scuola sinfonica tedesca che si sviluppa nel primo '700.

Nelle Notizie Istoriche degli Arcadi morti (1720-21) di Giovanni Maria Crescimbeni, si ricorda che "Corelli fu il primiero che introdusse in Roma le sinfonie di tal copioso numero, e varietà d'istrumenti, che si rende quasi impossibile a credere, come si potesse regolare senza timor di sconcerto, massimamente nell'accordo di quei da fiato con quei da arco, che ben spesso eccedevano in un numero di cento"; conferma questa di quanto Corelli abbia rappresentato sia nella storia dell'orchestra che in quella dello sviluppo del linguaggio sinfonico.

Ascolteremo poi "Ich habe genug", cantata n. 82 di Johann Sebastian Bach, che nel testo parafrasa l'evangelico Cantico di Simeone, presentata nella versione per contralto - qui il controtenore René Jacobs - oboe archi e basso continuo; de l'"Armonico Tributo", raccolta di Concerti Grossi del tedesco Georg Muffat abbiamo già ascoltato un esempio tratto dal disco dell'Ensemble 415 (che valse al gruppo un altro Diapason d'Or nel 1999), e con il Concerto che apre questa raccolta, il n. 1 in re maggiore, concludiamo la puntata odierna in compagnia della virtuosa compagine elvetica; solisti al Concertino i violini di Chiara Banchini ed Enrico Gatti ed il violoncello di Gaetano Nasillo.

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