Tra i brani presentati nell'odierno programma dedicato a Robert Schumann nel bicentenario della nascita, il Quartetto in do minore (del 1829) appartiene alle rare pagine giovanili con cui il musicista tedesco si avvicinò al repertorio cameristico, mentre i Sette pezzi in forma di fuga op. 126 sono dell'ultimissimo periodo, composti in quel 1853 nel quale il compositore era ormai sull'orlo della follia.

L'ampia produzione liederistica è rappresentata dal ciclo Minnespiel op. 101 su testi di Friedrich Rückert, scritto nel 1849, mentre con l'Ouverture al Julius Caesar di Shakespeare Schumann, al pari di altri analoghi lavori, più che introdurre all'opera teatrale sembra affidare all'orchestra una sintesi del dramma, in linea con l'idea che anche Beethoven aveva sperimentato nelle sue composizioni.

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