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Prokofiev e il pianoforte

in onda domenica 17 novembre alle ore 15,30

Prokofiev e il pianoforteQuando si parla di pianoforte - anche nei programmi di studio e da concerto - incontriamo molto spesso i nomi di alcuni musicisti: Bach, Mozart, Chopin, Brahms, Debussy...; quello di Sergei Prokofiev non è uno dei più frequentati, mentre sono notissimi alcuni suoi lavori orchestrali come i balletti e la celeberrima fiaba musicale "Pierino e il lupo"; vogliamo oggi proporvi invece una parte del repertorio che questo autore ha dedicato alla tastiera.

Il rapporto di Prokofiev col pianoforte inizia presto: è come pianista che egli precocemente rivela il suo innato talento, ed è con il suo debutto concertistico di diciassettenne al pianoforte che la sua personalità inquieta, spigolosa e difficilmente etichettabile si manifesta appieno; ancora, egli attirerà la curiosità del pubblico, come compositore, proprio con alcuni lavori giovanili per pianoforte e, più tardi, con i primi due concerti per pianoforte e orchestra.

Prokofiev realizzò però anche molte versioni pianistiche dei suoi lavori;iniziamo i nostri ascolti proprio con i 6 pezzi per pianoforte op. 52 in cui nel 1930-31 il musicista raccoglie con un unico numero d'opera sue trascrizioni per la tastiera di brani tratti da opere di qualche anno anteriori: si tratta di tre numeri da "L'Enfant Prodigue", balletto del 1928-29, del quarto dei "5 canti senza parole" (composti nel 1920 originariamente per voce e pianoforte o orchestra, che poi nel 1925 Prokofiev trascriverà anche per violino e pianoforte), di un movimento del suo primo quartetto per archi composto nel '30 e di uno tratto dalla Sinfonietta del 1929.

Sempre rimanendo nell'ambito delle trascrizioni, vi proponiamo uno dei titoli più conosciuti del catalogo di Prokofiev, il celebre balletto "Cenerentola" composto tra il 1940 e il '44, qui nella versione per due pianoforti che il pianista Mikhail Pletnev ha realizzato della omonima Suite orchestrale, dedicandolo alla collega Martha Argerich, con il quale lo esegue in una registrazione del 2003.

Sul versante cameristico, ancor meno della produzione pianistica di Prokofiev è diffusa quella in cui lo strumento accompagna il canto, particolarmente da noi che da una parte siamo per così dire "viziati" dalla copiosa produzione belcantistica (la quale tende a fagocitare gran parte del materiale indirizzato agli amanti della vocalità), e dall'altra soffriamo dell'effettiva difficoltà di esecuzione e di ricezione nella complessa lingua russa; "Il brutto anatroccolo" è una composizione del 1914 - anno in cui Prokofiev lasciò il Conservatorio di san Pietroburgo e partì per Londra - concepita per voce e pianoforte ed orchestrata nove anni dopo; anche qui come in Cenerentola il musicista si rifà al magico mondo delle fiabe, prendendo stavolta spunto dalla favola di Hans Christian Andersen.

Il pianismo di Prokofiev riflette appieno la variabilità della sua ispirazione, espressione dei suoi diversi periodi creativi, ma contiene un elemento unificante di tutta la sua musica, che la sostanza percussiva dello strumento ben sottolinea e valorizza, e cioè l'essenza ritmica, talvolta violenta, talvolta sottesa ma sempre pregnante, come nel nostro ultimo ascolto: il Valzer dai tre pezzi op. 96, che Prokofiev trasse da "Guerra e pace", la sua opera ispirata al testo di Leone Tolstoj.

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