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Ritratto d'autore: Claudio Monteverdi (1567 - 1643)

in onda lunedì 30 maggio alle ore 12,00

Ritratto d'autore: Claudio Monteverdi (1567 - 1643) L'apice della carriera alla corte mantovana di Claudio Monteverdi (Cremona, 5 maggio 1567 - Venezia, 29 novembre 1643) fu segnato dalla dolorosa perdita, nel 1607, della moglie Claudia. I Gonzaga parvero non accorgersi del lutto e moltiplicarono gli impegni per il musicista cremonese, che dovette comporre grandi quantità di musiche, quasi tutte perdute, in occasione delle nozze avvenute nel 1608 tra Francesco Gonzaga, erede del trono ducale di Mantova, e Margherita, infante di Savoia. Fu questo, d'altronde, uno dei motivi che spinsero Monteverdi ad allontanarsi dalla corte che pure lo aveva tanto beneficato per cercare impiego altrove.

Di queste musiche si è salvato solamente il "Lamento di Arianna", dalla la tragedia in musica Arianna, il prologo all'Idropica, commedia di Ottavio Rinuccini e il Ballo delle Ingrate, madrigale amoroso "in genere rappresentativo" su testo sempre di Rinuccini, ultimo ascolto del programma odierno.

Il Ballo delle Ingrate sarà pubblicato solo nel 1638, nell'Ottavo Libro di Madrigali, quando Monteverdi tentò di arrivare agli Asburgo dedicando al nuovo imperatore Ferdinando III i suoi Madrigali guerrieri et amorosi, che raccoglievano pezzi d'occasione già composti in precedenza (tra i quali anche il Combattimento di Tancredi e Clorinda) e di pezzi nuovi appositamente composti. Al Ballo delle Ingrate è affidata la chiusura dei "Canti amorosi".

Nominato nel 1613 Maestro di Cappella della Cattedrale di San Marco, nella Serenissima Repubblica di Venezia, Monteverdi rimase libero di accettare committenze da altre città. Tra la fine del 1619 e l'inizio del 1620 i Gonzaga contrattarono con il musicista, senza alla fine riuscire nei loro propositi, un ritorno al loro servizio.

Per ingraziarsi verosimilmente i favori della corte mantovana, Monteverdi compose una nuova raccolta di madrigali, in stile modernissimo ed estremamente cortigiano: il Concerto o Settimo Libro dei Madrigali. Oltre al ballo Tirsi e Clori, il libro comprende anche i tre madrigali per voci e strumenti che ascolteremo oggi: Ohimè dov'è il mio ben, romanesca in quattro parti per due soprani e basso continuo, Chiome d'oro, canzonetta a due voci e due violini e Non è di gentil core, per due soprani.

Ascolteremo poi la Messa concertata per voci e strumenti, nella ricostruzione del direttore Gabriel Garrido, dalla raccolta "Selva morale e spirituale".

La Selva morale e spirituale, pubblicata nel 1641 da Bartolomeo Magni editore e dedicata a Eleonora Gonzaga, è una grande raccolta di musiche religiose composte da Monteverdi durante il suo trentennale servizio a San Marco. Opera tutt'altro che unitaria, l'antologia manca di un particolare filo conduttore e di una precisa destinazione celebrativa, mentre contempla tutti i diversi stili sperimentati da in quel lungo periodo. Vi si trovano, ad esempio, sia brani a cappella in stile antico, sia composizioni per le solennità liturgiche scritte in stile concertante.

La presenza di stili così eterogenei in ambito sacro testimonia una notevole autonomia della tradizione musicale di Venezia, dove ad una relativa tolleranza per quel che riguardava i testi della liturgia, corrispondeva una tolleranza nella musica sacra, che poteva in certa misura utilizzare stili originariamente legati al mondo teatrale o cameristico. Con Selva morale Monteverdi introduce nel genere sacro le innovazioni stilistiche e le tecniche compositive della "seconda pratica".

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