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L'uomo preistorico di Apricena

La Puglia è la Regione in cui sono state rinvenute le più antiche tracce di presenza umana in Europa. Precisamente nel Gargano, nel sito di Pirro Nord, nel comune di Apricéna. Nel 2006 infatti, un team di antropologi e paleontologi italiani delle Università di Roma La Sapienza, Torino e Ferrara, ha portato alla luce numerosi strumenti in selce, e un’ampia gamma di resti animali, databili al Pleistocene Inferiore, quindi a circa 1 milione e 500.000 anni fa. Prima di questa scoperta i resti più antichi dei nostri progenitori erano stati trovati in Spagna, ad Atapuérca, e in Asia.

I resti di uomini arcaici, rinvenuti in Caucaso, sono datati a circa 1 milione e 800.000 anni fa: ne vediamo il calco di un cranio originale ben conservato. La differenza delle date a cui appartengono i vari reperti, in termini di età geologica è piccola, ma per la conoscenza dell’uomo è significativa. I paleontologi non ci hanno solo detto che il più antico abitante d’Europa era pugliese, ma hanno aperto la strada a ulteriori scoperte che mirano a ricostruire più correttamente, nel tempo e nello spazio, le strade percorse dai nostri antenati, nel loro lungo cammino dall’Africa. Nel Pleistocene inferiore infatti la penisola italiana appariva ben diversa da oggi. Durante i periodi di glaciazione, quando cioè le terre si congiungevano, gli animali e gli uomini arcaici potevano attraversare il mare Adriatico e arrivare in Puglia.

Molte specie animali si spostavano con gli ominidi: Mammùt; rinoceronti; grandi iene; tigri dai denti a sciabola; babbuini. Si sa ormai che questo territorio era piuttosto brullo, simile ad una prateria, con rocce perlopiù calcaree. E abbiamo anche la prova, che in Italia viveva un gruppo di ominidi che si nutriva di carcasse e adoperava strumenti in selce, i cosiddetti manufatti litici.
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