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Bindi contro De Magistris

Bindi contro De Magistris

La camorra «parte costitutiva» della società a Napoli. È bufera per le dichiarazioni fatte ieri dalla presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, durante la visita della commissione nel capoluogo campano. Il sindaco de Magistris e il governatore De Luca insorgono, il procuratore Colangelo prende le distanze. L’interessata però non fa marcia indietro, anzi: «Se qualcuno si è offeso non posso chiedere scusa perché ne sono convinta. Non negare la camorra è il primo atto per combatterla». E ribadisce: «La camorra è parte costitutiva della società a Napoli, questo è ormai un dato centenario. Perché dobbiamo scandalizzarci di questa affermazione? Così si diventa complici». 

 

«La camorra - replica il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo - non è nel Dna dei napoletani che non hanno una propensione al crimine. La criminalità rappresenta una minima percentuale della popolazione rispetto ai cittadini che vogliono vivere in pace». Il sindaco Luigi de Magistris dice di «essere saltato sulla sedia» alle parole della Bindi. Parla di affermazione «offensiva, aberrante e falsa». «La storia di Napoli è rappresentata dalla sua gente, dalla cultura, dal paesaggio, dal patrimonio artistico, dalle tradizioni popolari, culinarie, artigianali. Millenni di storia non possono sopportare un tale insulto», dice. 

 

Di «offesa sconcertante a Napoli ed a tutti i nostri concittadini» parla il presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Di parere opposto il suo predecessore Stefano Caldoro, oggi capo dell’opposizione in Consiglio regionale: «La camorra, come tutte le mafie, è fenomeno strutturale da decenni in molte realtà che scontano ritardi e con forti diseguaglianze. L’ onorevole Bindi ha detto una cosa nota a tutti, ha avviato una riflessione e non vedo lo scandalo». 

 

La commissione Antimafia ha concluso oggi due giorni di audizioni e incontri a Napoli. Una missione indetta dopo l’escalation di violenza culminata con l’uccisione nel rione Sanità, la notte del 5 settembre, del 17enne Genny Cesarano. Con magistrati e forze dell’ordine si è discusso delle strategie di contrasto, ma commenti e reazioni si concentrano oggi sull’analisi della Bindi. «Credo - dice oggi il presidente della commissione - che le camorre siano un elemento costitutivo della storia e della sociologia di questa città e di questa regione così come le mafie sono elementi costituivi della storia, della sociologia e dell’economia italiana. Prenderne consapevolezza, non negarlo è il primo atto per combatterle». E comunque «anche la lotta alla mafia inizia ad essere un elemento costitutivo del nostro Paese, di Napoli e della Campania». Ma l’importante è non «abbassare mai la guardia».  

sito della Stampa 

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