Servizio di: STEFANO GIROTTI
 

Dalla Loggia delle Benedizioni, fu lo stesso Jorge Mario Bergoglio a dire che, dopo il Conclave del 13 marzo 2013, per scegliere il nuovo Papa i fratelli cardinali erano andati a prenderlo dalla fine del mondo.

Francesco, il primo pontefice sud americano, è nato a Buenos Aires e discende da una famiglia di emigrati italiani in Argentina.

L’udienza odierna con il presidente Alberto Fernandez acquista un sapore particolare per il Vescovo di Roma e rinsalda i rapporti tra la Santa Sede e il Governo argentino.

E’ risaputo che l’elezione al Soglio di Pietro non piacque a tutti, in particolare agli esponenti della potentissima famiglia dell’ex presidente argentino Nestor Kirchner che lo aveva definito come il capo spirituale dell’opposizione politica. In effetti, come arcivescovo a Buenos Aires, si era scontrato spesso con il governo su questioni umanitarie e la tutela dei diritti della famiglia. Un confronto che si era acceso anche con le gerarchie militari e aveva creato malumori persino tra esponenti della Chiesa cattolica.

Un Papa rivoluzionario che oggi, ricevendo in Vaticano Fernandez e la moglie ha ribadito il suo impegno.

Cordiali colloqui, scambi di doni e compiacimento per i buoni rapporti instaurati tra la Santa Sede e la Repubblica Argentina, ma non sono mancate le richieste d’impegno.   

Al centro del tavolo: I Problemi della crisi economico-finanziaria, la lotta contro la povertà delle classi sociali più deboli e la tutela della vita umana. Ed ancora: un impegno comune contro la corruzione che serpeggia nel paese ed il traffico della droga controllata dal cartello dei narcos.

Ieri riferendosi ai problemi del Venezuela, papa Francesco aveva sottolineato le preoccupazioni e l’impegno della Chiesa cattolica, non a favore di uno o l’altro schieramento ma per porsi dalla parte di chi soffre.