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Ritratto d'autore: Giovanni Battista Viotti (1755 - 1824)

in onda lunedì 2 maggio alle ore 12,00

Ritratto d'autore: Giovanni Battista Viotti (1755 - 1824) Di umili origini, Giovanni Battista Viotti (Fontanetto Po, 12 maggio 1755 - Londra, 3 marzo 1824) ebbe la possibilità di entrare a vent'anni nella prestigiosa Cappella Reale di Torino, dove svolse la propria attività di compositore e violinista per 5 anni.

Con il suo maestro di violino Gaetano Pugnani, a sua volta allievo di Tartini e erede della grande scuola violinistica corelliana, nel 1780 iniziò un giro di concerti in Europa che lo portò a Ginevra, Varsavia, Dresda, Pietroburgo e infine Parigi. Qui fu molto apprezzato presso la corte sia come violinista che come compositore.

Allo scoppio della rivoluzione francese si trasferì a Londra dove si dedicò al commercio di vini oltre a esibirsi come violinista dalle eccellenti qualità virtuosistiche. Accusato ingiustamente di connivenza con i rivoluzionari francesi, fu costretto a riparare in Germania. Viotti tornò a Londra nel 1801 e riprese le antiche attività di commerciante di vini e solista fino al 1818.

Dopo la caduta di Napoleone e la restaurazione della monarchia, per un anno ottenne a Parigi la direzione dell'Opera Italiana, ma nel 1821, a causa dell'ostilità nei suoi confronti dell'ambiente teatrale della capitale francese, tornò definitivamente a Londra per morirvi in miseria.

La fama di Viotti è affidata soprattutto ai 29 Concerti per violino e orchestra. Accanto ai passaggi virtuosistici dello strumento, queste composizioni si pongono in evidenza anche per la cantabile inventiva melodica, anticipatrice del periodo romantico. Al periodo londinese appartengono invece gli ultimi nove concerti, maggiormente curati nel rapporto fra orchestra e strumento solista e caratterizzati da una ancor più evidente vena preromantica.

Viotti fu il creatore di uno stile violinistico che, sviluppando ogni aspetto della tecnica specifica del violino, seppe valorizzare le proprietà di resa drammatica dello strumento ad arco. In tal senso il maestro piemontese aprì la strada al grande virtuosimo ottocentesco di Paganini, il quale, soprattutto all'inizio della carriera, suonò spesso in pubblico le sue composizioni. Altri illustri estimatori della sua opera furono Mozart, Beethoven e Brahms. Quest'ultimo in particolare ammirò il Concerto n. 22 in la minore, il più famoso ed eseguito dei suoi concerti. In complesso si può considerare l'opera di Viotti come un ponte, per mentalità e stile, fra il settecento barocco ed il primo Romanticismo.

La produzione musicale di Viotti è vasta ed articolata. Nel suo catalogo figurano una cinquantina di duetti per violino scritti in varie epoche, che coprono l'intero arco della sua vita, quindici trii per due violini e basso continuo, chiamati anche sonate a tre, e diciannove quartetti, dei quali ascolteremo oggi il Quartetto per archi in do maggiore op. 3 n. 2, pubblicato a Parigi tra il 1782 - 1786.

Il programma dedicato a Viotti ci presenterà poi il Concerto per due flauti e orchestra in la maggiore, il Concerto per violoncello e orchestra in do maggiore e il Concerto per pianoforte e orchestra d'archi in la maggiore "con violino obbligato", trascrizione dell'originale Concerto in la maggiore n. 3 per violino e orchestra. Torneremo alla copiosa produzione da camera di Viotti con l'ultimo ascolto, la Serenata per due violini in re maggiore op. 23 n. 2, dalle Sei Serenate pubblicate a Londra tra il 1804 e il 1810 e dedicate al duca di Cambridge.

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