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Grandi direttori: Jascha Horenstein

in onda venerdì 25 dicembre alle ore 17,00

Grandi direttori: Jascha Horenstein"Una delle cose più tristi nel lasciare questo mondo è il non poter più sentire Das Lied von der Erde"; a parlare così, amando evidentemente molto la vita ma anche Mahler è Jascha Horenstein, il grande direttore del secolo scorso cui la trasmissione di oggi è dedicata.

Nato nel 1898 a Kiev da madre austriaca, Horenstein si forma a Vienna, dove studia composizione con Franz Schrecker e violino con Adolf Busch; contemporaneamente si interessa alla filosofia, seguendo gli studi universitari di Filosofia orientale, e il suo rapporto con la musica e con la direzione risentirà molto di questo approccio.

Trasferitosi a Berlino, dove è assistente di Wilhelm Furtwängler, debutta nel 1922; su raccomandazione delle stesso Furtwängler sarà nominato direttore dell'Orchestra dell'Opera di Düsseldorf, dove rimarrà fino al 1929.

In quel periodo il giovane Horenstein ha modo di conoscere personalmente Schoenberg, Webern, Stravinsky, Rachmaninov, Richard Strauss, Busoni e Janacek, e nei suoi concerti includerà frequentemente opere dei questi autori; negli anni '20 Horenstein - che nel prosieguo della sua carriera non si legherà mai stabilmente ad alcuna orchestra - dirige soprattutto i Wiener Symphoniker e i Berliner Philharmoniker.

Il direttore russo subirà in quanto ebreo il dramma dell'esilio forzato dall'Europa, che lascerà nel 1942 per gli Stati Uniti (prendendo poi la cittadinanza americana); dopo la fine della guerra Horenstein fa ritorno in Europa e si stabilisce a Losanna; morirà a Londra nel 1973.

Grazie al rapido sviluppo che il fenomeno discografico ebbe negli anni '50, Horenstein ci ha lasciato una discografia di amplissime dimensioni, che comprende preziose registrazioni tedesche degli anni 1928-29, un larghissimo corpus degli anni '50 e '60 e rimasterizzazioni ancor più preziose di raro materiale radiofonico.

La personalità musicale di Horenstein, ostile all'abitudinarietà e legato ad una concezione "filosofica"del ruolo direttoriale, deriva come abbiamo visto dai suoi studi, ma anche dalla forte ascendenza di Furtwängler; da lui Horenstein mutua l'attenzione all'aspetto metafisico del fatto musicale e la tendenza ad una lettura che tenda a concepire il testo nella sua globalità, piuttosto che uno studio frammentario e principalmente tecnico della partitura.

Ascolteremo quindi la cosiddetta "Faust-Ouverture", che nelle intenzioni di Richard Wagner avrebbe dovuto essere il primo movimento della sua "Faust-Symphonie", e che invece rimase opera indipendente; Wagner nella sua autobiografia afferma che l'Ouverture gli sia stata ispirata direttamente dalla Nona Sinfonia di Beethoven (che però in verità Wagner non aveva probabilmente potuto ancora ascoltare al momento della composizione, nel dicembre del 1839), e l'influenza più plausibile è quella della sinfonia drammatica "Romeo e Giulietta" di Hector Berlioz, da Wagner ascoltata proprio in quell'anno; l'incisione che proponiamo vede Horenstein a capo dell'orchestra della radio di Baden Baden in un registrazione del 1958, ripubblicata nel 1992.

Horenstein è ricordato soprattutto per le sue interpretazioni di Bruckner e Mahler, autori coi quali il musicista entra in particolare empatia; il Premio Discografico Internazionale di Dobbiaco (legato alle Settimane Internazionali Mahleriane) assegna nel 1992 in memoriam il premio Speciale a Jascha Horenstein proprio per la sua diffusione dell'opera mahleriana e per le sue registrazioni delle Sinfonie.

"Il canto della notte", settima sinfonia di Gustav Mahler, è qui eseguita dalla New Philharmonic Orchestra, che con Horenstein tenne un concerto presso la Royal Festival Hall a Londra nel 1969; la registrazione - di cui il master è andato perduto - divenne un disco con ben quattro diverse edizioni; quella che ascoltiamo è del 1993.
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