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L'opera lirica: Gli stivaletti

in onda martedì 15 maggio alle ore 21,00

L'opera lirica: Gli stivalettiLa raccolta di novelle "Le veglie alla fattoria di Dikanka" di Nikolai Gogol' ha offerto al teatro musicale argomento per svariate opere: "La Notte di Maggio" di Rimsky Korsakov, "La Fiera di Sorocìnsky" di Mussorgskij, "La Notte prima di Natale" ancora di Korsakov e - dalla stessa novella - "Cerevichki" di Piotr Ciajkovskij, di cui ci occuperemo oggi: il fabbro Vakula e la sua bella ne sono i protagonisti, e motore della storia è il capriccio di Oxsana, che sposerà Vakula solo se lui le porterà le scarpe della zarina.

Proprio con "Vakula il fabbro" Ciaikovsky aveva vinto il concorso sul testo di Gogol bandito dalla Società per la Musica Russa nel 1872, ma l'insuccesso dell'opera lo portò a rivedere ampiamente il lavoro e a trasformarlo anche nel titolo, che divenne "Cerevìchki", (generalmente tradotto "stivaletti" anche se l'antico termine russo indicherebbe più esattamente delle "scarpette", qui le calzature imperiali che Oxsana tanto desidera).

Nella sua opera Ciaikovsky decide di non accogliere del tutto le indicazioni offerte dalla fantasiosa e vivace trama originaria dove diavoli, streghe e magie sottendono ad una narrazione sempre in bilico tra aperta comicità e spigolosa ironia e dove la tutto sommato futile ricerca del fabbro diviene impresa eroica e meravigliosa; nell'elaborazione del musicista la storia si esplica invece in tonalità spesso minori e un tono genericamente malinconico permea l'intera atmosfera.

A motivare questa parziale incongruenza, molto criticata dai contemporanei di Ciaikovsky tra cui il compositore Cesar Cui, non è certo l'incapacità del musicista che - inutile ricordarlo - ha fornito nei suoi celeberrimi balletti la giusta dimensione della sua abilità nel trattare le atmosfere dell'argomento fiabesco, da "La Bella Addormentata" a "Lo Schiaccianoci"; si tratta piuttosto di una generale propensione del compositore per le atmosfere più intime e drammatiche piuttosto che per una comicità e "leggerezza" tout-court.

Tra le grandi scene corali di sapore popolare, le ambientazioni magiche ed i momenti di più sofferta e sincera intimità espressiva, sono certo questi ultimi che esprimono al meglio la grandezza di un compositore tra i più significativi del suo tempo e ancora oggi tra i più amati dal grande pubblico.

La nostra rubrica odierna vi propone "Gli Stivaletti" in un'incisione del 2001 realizzata presso il Teatro Lirico di Cagliari, che accompagna con la propria Orchestra e Coro un cast interamente russo sotto la guida del direttore moscovita Gennadi Rozhdestvensky.

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