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Ouverture teatrale è la protagonista della puntata odierna; questa forma musicale nasce nel XVII secolo come introduzione strumentale all'opera e si sviluppa inizialmente secondo due diverse tipologie, una di matrice francese (bipartita con un movimento lento che precede un movimento vivace) e l'altra italiana (in tre parti che si alternano secondo lo schema allegro - adagio - allegro).
Lo sviluppo della musica strumentale assorbì l'Ouverture all'interno di composizioni indipendenti dal teatro, e si trova spesso in apertura di una Suite di danze, orchestrali o strumentali; molti esempi se ne trovano nella musica di Bach e di Haendel.
Alla fine del '700 l'Ouverture teatrale tende a presentare il clima dell'opera che introduce; nel secolo seguente essa diventa in un unico movimento che contiene spesso parti differenziate e contrastanti sul modello della Sonata ed introduce temi musicali presenti nell'opera; tra queste, celeberrime le Ouvertures rossiniane.
Nella musica dell'800 moltissimi sono gli esempi di Ouverture sinfonica da concerto, e ugualmente molteplici sono i casi in cui l'Ouverture non si differenzia dal poema sinfonico; con Richard Wagner però nel teatro musicale l'Ouverture cambia decisamente i suoi connotati, e diviene un lungo preludio - che presenta naturalmente ogni più importante
leit-motiv dell'opera stessa - ed è collegato anche musicalmente con il resto del lavoro che inizia spesso senza soluzione di continuità.
Talvolta l'Ouverture, essendo intimamente legata all'opera e dovendone quindi esprimere in modo quasi sintetico i contenuti, era oggetto di lunghe elaborazioni da parte del compositore, come nel celebre caso del
Fidelio di Beethoven; il musicista lavorò per circa 9 anni all'Ouverture della sua unica opera teatrale, e tra il 1805 e il 1814 compose praticamente ben cinque versioni, delle quali ascolteremo la più nota, quella conosciuta anche con il nome di
"Leonora n. 3".