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Le voci della lirica: mezzosoprano, Giulietta Simionato

in onda sabato 24 luglio alle ore 6,00

Le voci della lirica: mezzosoprano, Giulietta Simionato "Che strano, questa bambina non strilla come tutti gli altri, quando piange sembra un carillon..."; queste parole, esclamate dalla levatrice al momento della sua nascita, Giulietta Simionato le ricorda sempre, a riprova del fatto che, letteralmente fin dalla nascita, lei fosse fatta per cantare.

Il debutto di Giulietta Simionato avviene in una commedia musicale ("Nina non far la stupida", di Rossato e Capo, 1927); la sua carriera non è sostenuta dal regime e così il primo ruolo da protagonista, "Mignon" arriverà solo nel 1947.

Fino al suo ritiro dalle scene nel 1976 il celebre mezzosoprano sostiene i ruoli più importanti del suo ambito vocale, da Carmen a Rosina, dimostrando una padronanza assoluta del mezzo vocale; in "Cavalleria Rusticana" sosterrà tutti e tre i ruoli femminili: Mamma Lucia, Santuzza e Lola, sempre con grandissimo pathos.

L'intensità e l'ispirazione drammatica dell'artista sulla scena si accompagnano alla profonda semplicità della persona: "...mi sono convinta che io non faccio notizia, i giornalisti mi hanno sempre ignorato, ero sempre un po' umile, timida..."; anche una profonda serietà contraddistinse la carriera del brillante mezzosoprano, che fiera ricorda di avere cancellato, in 49 anni di attività, solo 3 recite.

In netta controtendenza rispetto alle crudeli usanze del mondo operistico, la Simionato ricorda amabilmente compositori, direttori, cantanti, e ci piace sottolineare questo aspetto con le sue stesse osservazioni: "Io sono stata impastata di tenerezza per i miei colleghi, ero felice quando avevano successo"; ricorda le parole della sua grande amica Maria (Callas, of course!): "Tu sei talmente buona che sei stupida, non sai farti valere" e lei, spiritosamente di rimando: "Il pubblico non ti conosce quale sei. Se non avessi le orecchie, la bocca ti farebbe il giro quando ridi!" (le due amiche ridevano spesso insieme). "Con Del Monaco era una gioia perché c'era una tale fusione, e poi non mi ha mai fatto male, mentre Di Stefano mi ha graffiato le spalle con un pugnale, e cadendo da una scala con Corelli mi sono lussata una spalla...

Ancora, l'amato Visconti, "Francolino" Zeffirelli, Karajan, ("tra di noi c'era una forte corrispondenza di musicalità e di sensibilità"), Toscanini ("è stato un padre per me, forse perché ha capito che ero talmente terrorizzata di cantare con un uomo di quella statura...", Gavazzeni ("riuscì a capire perfettamente il mio carattere e le mie esigenze"), Mascagni ("un buon padre, un po' ironico...")

I ricordi di Giulietta Simionato da una parte sono aneddoti di una personalità semplice e, come dice lei stessa, un po' infantile, vergognosa (per esempio dei loggionisti, che pure amava, quando indiscreti le ammiravano il bel decolleté); dall'altra parte in questi scorci di vita teatrale troviamo riassunto tutto un pezzo di storia del teatro italiano in cui i nomi più importanti divengono personaggi di un racconto fiabesco.

Nata nel maggio del 1910 (sic!) Giulietta Simionato riconosce di aver avuto direttamente da Madre Natura le sue grandi doti ("Avevo la fortuna di aver la voce naturalmente impostata") e tuttavia lamenta nelle giovani generazioni una certa passività nel confronti dello studio; la Simionato si riconosce però inevitabilmente lontana dalla mentalità di oggi, serenamente collocata in un'altra epoca, della quale è per noi icona, candida e bellissima.

La trasmissione odierna offre un'ampia carrellata di interpretazioni della grande cantante, e ne segnaliamo in particolare solo alcune; l'aria dalla "Cenerentola" di Rossini, uno degli autori da lei più eseguiti, una rara "Casta Diva" del 1961 realizzata all'Accademia di S. Cecilia a Roma e, in chiusura, un brano dalla "Cavalleria Rusticana" in una registrazione del 1950; in questo caso Giulietta Simionato veste i panni di Santuzza.

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