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Ritratto d'autore: Carl Nielsen

in onda lunedì 13 settembre alle ore 14,30

Ritratto d'autore: Carl NielsenCompositore, violinista, direttore d'orchestra, insegnante e direttore, nell'ultimo anno di vita, del Conservatorio di Copenhagen, Carl August Nielsen (Sortelung-Nørre Lyndelse, 9 giugno 1865 - Copenhagen, 3 ottobre, 1913) rimase sempre ancorato alla tradizione tardo-ottocentesca, all'interno di un linguaggio musicate tonale, ad eccezione dei Tre Pezzi op. 59. Anche quando, nei suoi lavori successivi alla Prima Guerra Mondiale, cercò di avvicinarsi alle correnti avanguardistiche europee.

"Di inclinazione impressionistica" ha scritto Piero Santi "pur mitigata dalla formazione sostanzialmente tedesca è la musica del danese Carl Nielsen". Come nel caso di Sibelius, l'opera di Nielsen non rientra pienamente nelle caratteristiche del nazionalismo musicale, poiché la componente etnica, soprattutto nella sua produzione strumentale, risulta del tutto trascurabile. Eppure, con Grieg e Gade, è generalmente considerato uno dei massimi esponenti della scuola scandinava.

Carl Nielsen ebbe natali modestissimi. Sesto di dodici figli nati in una famiglia di contadini, imparò a suonare da autodidatta il violino e il pianoforte. Al conservatorio di Copenhagen cominciò a studiare la musica, anche se non prese mai delle vere e proprie lezioni di composizione, all'epoca.

Una delle caratteristiche predominanti della musica di Nielsen è la sua apparente rusticità. Torben Meyer, il maggiore biografo del musicista danese, ha osservato che "quando ci si immerge nella sua opera, si viene fortemente colpiti da una apparente primitività. Una più approfondita conoscenza della sua vita mostra chiaramente che egli era non solo consapevole della sua particolarissima infanzia sull'isola di Funen, ma anche della spiccata volontà di restituire l'atmosfera dei luoghi conosciuti da bambino".

Sposatosi nel 1891 con la scultrice danese Anne Marie Brodersen, ebbe tre figli. Al genero, l'ungherese Emil Telmanyi, dedicò il suo celebre Concerto per violino e orchestra op. 33, primo ascolto del programma.

Ad un anno dalla sua composizione, Nielsen sottopose a Busoni nel 1895 lo spartito della Suite sinfonica per pianoforte op. 8. In quell'occasione il musicista italiano si espresse in questi termini: "Non è orchestrata per il pianoforte! Infatti la musica pia [Carl Nielsen (1865 - 1913)] nistica di Carl Nielsen prescinde totalmente dalle possibilità tecniche dello strumento e ciò è uno dei tanti aspetti della propria originalità".

La personalissima musicalità, il gioioso senso della scoperta, il gusto per l'invenzione e la costante ricerca di soluzioni innovative rende queste pagine un esempio dell'estrema varietà stilistica del compositore danese. D'altronde le opere per pianoforte di Nielsen, di chiara ascendenza brahmsiana, sono considerate dagli addetti ai lavori tra i lavori più originali e caratteristici della letteratura pianistica del tardo romanticismo.

In un saggio su Wagner, Nielsen scrisse: "Dobbiamo acquisire il rispetto per i più semplici intervalli musicali, vivere con loro, ascoltarli e amarli. Il compositore deve fare questo per la loro bellezza intrinseca, la cantante per il bene della linea melodica, mentre lo strumentista vi si può utilmente impegnare perché, distratto dalle sue possibilità tecniche, rischia di perdere il senso della semplicità espressiva. La Terza è un dono di Dio, la Quarta un'esperienza, la Quinta perfetta la gioia più sublime".

La venerazione di Nielsen per la bellezza del puro rapporto fra le note della scala, legata probabilmente all'interesse nutrito per la natura e per la musica popolare del suo paese, è forse la chiave migliore per comprendere sua cifra stilistica. A partire dal Quartetto per archi n. 1 in fa minore op. 5, ultimo ascolto in programma, grazie al quale il giovane compositore riuscì ad entrare al Conservatorio di Copenhagen.

Carl Nielsen Society

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