Fuori orario

Dal 6 al 13 maggio 2017

In onda dal 6 al 13 maggio 2017

 

Sabato  6  maggio  2017                               RAI3                 dalle 01.00 alle 6.00     (300’)   

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

CINEMA L’ARTE DEL NEUTRINO (3)

                                                                        a cura di

                                                   Simona Fina e Roberto Turigliatto

con i film

 

VOLTO TELATO                                              

(Italia, 2002, video digitale, b/n, muto, 2’34”)

Regia: Paolo Gioli

Computer: Carlo Borsani

“Questo video digitale parte da una idea di trasferire in film tutte le immagini fotografiche

realizzate con la cosiddetta tecnica del fotofinish. In attesa di completarlo, ho ripreso a passo-

uno con camera digitale i volti e le loro trasformazioni subìte con il fotofinish trasferendole,

per poi agitarle in animazione in un’unica sequenza, dentro il computer. Questa agitazione,

strappata  alla fissità  fotografica,  manomessa da  intersezioni  di  oggetti  combinati ai  volti-

avvolti; il passare dalla quiete fissa alla parossistica interferenza e sussulto animatorio del

violoncello di Bach.” (Paolo Gioli)

 

IL VOLTO INCISO

(Italia, 1984, video da VHS, colore, sonoro, 19’54”) 

Regia: Paolo Gioli con la collaborazione di Paolo Gavioli

“Realizzato in occasione di  una mia  mostra  fotografica  dall’omonimo titolo dedicata agli

Etruschi   di   Volterra.   Ho   pensato   di   rendere   come   vivi   i   volti   cinerei   sopra   i   sarcofagi curiosamente   a   forma   di   televisore.   Ho   ripreso   volti   a   colore   di   vivi   conosciuti   per sovraimprimerli a volti di marmo di morti sconosciuti, tentando di dare una identità come da vivi. Una batteria composta da un proiettore Super8, da uno 16mm e un altro per diapositive; il   tutto   ripreso   da   una   telecamera  diretta   sull’unico   schermo,   fermentato   dai   tre   coni   di immagini tra colore, bianco e nero e velocità diverse. Le dissolvenze manuali e non, sono manuali nel senso proprio di mani, le mie e di altri, che si sono aggiunte in simultanea a fare

da otturatori variabili umani.” (Paolo Gioli)

 

CAVE OF FORGOTTEN DREAMS

(Canada/Francia/USA/Germania e Gran Bretagna, 2010, colore, dur. 86’22”, v. o. sottotitoli in italiano)

Regia: Werner Herzog 

Una discesa nelle tenebre, nelle profondità del tempo e della terra. Una discesa claustrofobica nell'abisso dell'animo umano alla ricerca di un'arcaica ispirazione, di quella scintilla di luce che incendiò l'esistenza con la nascita dell'arte. L'occhio/cinepresa di Werner Herzog sprofonda nei meandri della terra, alle origini di quell'animale chiamato uomo, alle prime -conosciute- espressioni della sua sensibilità nel descrivere il mondo circostante. È qualcosa di unico, ciò di fronte a cui ci pone Herzog: "il capolavoro perduto dell'umanità", primordiale bagliore dello spirito umano smarrito nel sottosuolo e dopo 32.000 anni nuovamente illuminato. Con le fredde luci artificiali si rischiarano le pareti della grotta Chauvet rianimando antichi racconti nella ripetizione di un'alba lontana millenni.

 

 

PISTOLETTO & SOTHEBY’S                          

(Italia, 1968, video da 8mm col., 22’44”)

Regia: Pia Epremian De Silvestris

Con: Michelangelo Pistoletto; Maria Pioppi

Nel 1968 diversi filmmakers torinesi, tra cui Ugo Nespolo e Tonino De Bernardi, girano un film

dedicato all’arte povera di Michelangelo Pistoletto per la mostra di quest’ultimo presso la galleria

“L’Attico” di Roma. Nel film di Pia Epremian l’artista è ripreso all’interno del suo universo creativo.

 

IL RAGAZZO DI JINCHENG    

(Hometown Boy, Taiwan, 2011, col., versione originale sott.it., 68’42”)

Regia: Yao Hung-i

Questo documentario parla di un famoso pittore taiwanese, Liu Xiaodong. Egli ha lasciato il suo paese natale a 17 anni. Trent’anni dopo, ha deciso di ritornare a casa e di dipingere la sua famiglia, i suoi amici, e la sua città natale che oggi è cambiata molto. Questo documentario racconta il misterioso e incredibile processo della pittura di Liu dalle tele vuote fino all’abbondanza nel contenuto e nella forma. Il film Hometown Boy spera di documentare questo processo dalla prospettiva di Liu Xiaodong e di comprendere la sua pratica artistica da questa distanza profonda.

 

IL RISVEGLIO                                                      

(Urss, 1979, col., 9’47”, v. o. con sott. italiani) 

Regia: Herz Frank

La genesi della scultura in legno di Sergeij Eisenstein creata dallo scultore lettone Igor Vasiliers. Un’immagine della contraddittoria biografia del grande regista.

 

 

 

Venerdì  12  maggio  2017                               RAI3                 dalle 01.50 alle 6.00     (250’)   

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

            CIRCOSTANZA OLMI

VELOCITÀ DEL TEMPO FERMO

(1)

a cura di Roberto Turigliatto

 

UN METRO LUNGO CINQUE

(Italia, 1961, col, 23’29”)

Regia: Ermanno Olmi

Testo: Tullio Kezich

Un metro lungo cinque, realizzato quando Olmi già era impegnato nella regia dei suoi primi lungometraggi, ricapitola gran parte dei motivi presenti nella sua esperienza nel cinema industriale: l’umanesimo che mette sempre i lavoratori al centro del processo produttivo, e il tecnicismo delle strutture e delle macchine che ripercorre le tappe di costruzione della diga del Reno di Lei, tra Italia e Svizzera, ripresa in tutta la sua imponenza: “Quassù – dice il commento – tutto assume dimensioni gigantesche: un metro è lungo cinque, dicono i costruttori della diga”. Anche se per Olmi, in fondo: “l’ultima parola resta agli uomini che lavorano sospesi a 140 metri d’altezza”, indiscusso protagonista resta il vecchio capo-alloggi, che commenta in dialetto le fasi della costruzione, la vita e le fatiche quotidiane degli operai.

 

IL TEMPO SI È FERMATO

(Italia 1959, b/n, 82’)

Regia, soggetto e sceneggiatura: Ermanno  Olmi  

Con: Natale  Rossi, Roberto  Severo,  Paolo  Quadrubbi (attori non professionisti)

Produzione. Edison Volta

Un anziano ed esperto uomo di montagna ed un giovane studente sono i due guardiani di una

grande diga vicino all'Adamello. Il ragazzo ha accettato di andare lassù, pensando di tutto il tempo

di prepararsi per gli esami. I rapporti tra lo studente e il guardiano, sono sulle prime caratterizzati da

un certo imbarazzo; ma a poco a poco l'atmosfera si sgela e il montanaro è felice di insegnare al

giovane sprovveduto quello che lui ha imparato dall'esperienza della vita. Quando i disagi a cui il

giovane non è abituato e la troppa solitudine gli provocano degli accessi di febbre, è proprio

l’anziano a curarlo amorevolmente. E’ quella vita a contatto con la natura, lontano dalla civiltà,

vicino alle cime delle montagne e in un silenzio assoluto, a dare la sensazione che lì il tempo si sia

davvero fermato.

 

TRE FILI FINO A MILANO

(Italia, 1958, col., 24’34”)

Regia: Ermanno Olmi

Documentario sulla costruzione ad alta quota dei piloni di  una linea elettrica a 220.00 volt in Val Daone, nell’Alto Chiese. Gli operai e gli abitanti della Valle sono i protagonisti.

 

LA PATTUGLIA DEL PASSO SAN GIACOMO

(Italia 1954, b/n, 13’39”)

Regia: Ermanno Olmi

La maestria di Olmi rende un piccolo capolavoro questo film commissionato dalla Edison (per la quale il regista lavorava) per mostrare la celerità delle squadre d’intervento per le pendici impervie e innevate delle montagne invernali.

 

SABBIONI UNA DIGA A 2.500 METRI

(Italia 1953, b/n, 10'33”)

Regia: Ermanno Olmi

Gli inizi del grande regista che a quel tempo lavorava per la Edison, prove d’inquadratura che lasciano tracce evidenti ancora presenti nel cinema di Olmi.

 

DIGA DEL GHIACCIAIO

(Italia 1955, b/n, 12’01)

Regia: Ermanno Olmi

La costruzione della diga sul monte Petrusillo, primo film girato da Olmi sulle montagne innevate.

 

CANTIERE D’INVERNO

(Italia 1955, 10’)

Regia: Ermanno Olmi

Olmi documenta la costruzione di una diga nella Val Chiese, scegliendo di cominciare il racconto proprio nel momento in cui i lavori si fermano per la pausa invernale. Nel silenzio innevato di quei lunghi mesi, protagonisti diventano i custodi del complesso. La diga, che prima sembra umanamente condividere con quegli uomini l'attesa della fine dell'isolamento, diviene protagonista dei frenetici lavori ripresi in primavera. “La mia formazione nell’azienda è stata la base del mio rapporto con il cinema. Già in alcuni documentari fatti di mia iniziativa (oltre ai trenta o quaranta che ho realizzato per scelta o per comprensibile imposizione dell’azienda), c’è il tentativo di rappresentare il mondo del lavoro con un taglio particolare: quello dell’osservazione dell’uomo e dei suoi problemi personali nell’ambito delle attività lavorative.” (Ermanno Olmi)


LA MIA VALLE

(Italia 1955, 9’10”)

Regia: Ermanno Olmi

Pronto a partire per il suo luogo di lavoro "a due passi dalle nuvole", il guardiano della grande diga ricorda

con affetto la storia della valle dove è nato. Un canto d'amore appassionato attraverso lo scorrere dei ricordi

per la bellezza di quei luoghi che sembravano destinati all'abbandono definitivo senza il nuovo impulso dato

dalla costruzione della centrale Edison. La forza del legame con una società fatta di gesti e tradizioni che

vanno scomparendo si riassume nelle parole di presentazione del protagonista: "la storia della mia vita è la

storia del mio amore per la valle".

 

MANON FINESTRA 2

(Italia 1956, b/n, 12’12”)

Regia: Ermanno Olmi

Girato nella centrale idroelettrica di Cinego ai piedi dell’Adamelio, il film segue la nascita della nuova diga e fa emergere i pericoli del lavoro fatto quotidianamente dai minatori. Nel loro linguaggio la “finestra” è il foro aperto nel fianco della montagna per scavare le gallerie.

 

LE GRAND BARRAGE

(Italia 1961, b/n, 16’22”)

Regia: Ermanno Olmi

Visite alle dighe sulle montagne intercalate dai duetti dialettali fra una coppia di collaboratori della Sezione Cinema della Edison  in veste di fotografi vagabondi.

 

 

Sabato  13  maggio  2017                               RAI3                 dalle 02.00 alle 6.00     (240’) 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

            CIRCOSTANZA OLMI

VELOCITÀ DEL TEMPO FERMO

(2)

a cura di Roberto Turigliatto

 

IL PENSIONATO

(Italia 1958, 9'43”)

Regia: Ermanno Olmi

Cortometraggio girato negli anni della Edison , Olmi tratteggia il ritorno alla vita segnato dalla fine del periodo lavorativo e dal ritorno nelle campagne lombarde.

 

IL POSTO

(Italia 1961, b/n, 91'56”)

Regia: Ermanno Olmi

con Sandro Panzeri, Loredana Detto, Tullio Kezich, Sandro Panseri, Mara Revel, Bice Melegari.

Il secondo film di Olmi dopo Il tempo si è fermato. Domenico Cantoni è un ragazzo di Meda figlio di operaio che si reca a Milano per il test di assunzione in una grande azienda. Nel corso delle prove conosce Antonietta Masetti, una coetanea di cui si innamora. Entrambi verranno assunti, lei come dattilografa e lui, inizialmente, come fattorino. Avranno cioè 'il posto' di lavoro. 

 

MICHELINO 1ª B

(Id., Italia, 1956, b/n, dur. 44’)

Regia: Ermanno Olmi;

La storia di Michelino, che entra nella scuola elettrotecnica della Edisonvolta e si apre quindi al futuro.

 

PICCOLI CALABRESI SUL LAGO MAGGIORE

(Italia 1954, b/n, 9'01)

Regia: Ermanno Olmi

Primo film di Ermanno Olmi, il film racconta una colonia estiva di bambini calabresi nell’Italia del

nord.

 

II° RADUNO SCIISTICO SOCIALE ALL'ALPE DEVERO

(Italia 1953, b/n, 15'38”)

Regia: Ermanno Olmi

Documentario sulle gare di sci per i dipendenti della Società Edisonvolta svoltesi sulle nevi dell’Alpe Devero nel 1954.

 

GIOCHI IN COLONIA

(Italia, 1958, col., 25’29”)

Regia: Ermanno Olmi

Le attività delle colonie Edison di Cesenatico, Marina di Massa e Suna. I giochi sulla spiaggia, il teatrino dei burattini, gli spettacoli messi in scena dai bambini viste attraverso la voce narrante di un bambino che racconta le immagini come una filastrocca.

 

 

 

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