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Vite che non sono la tua

Storie di persone speciali


SONO STATE VIA 
Voci perdute e ritrovate degli anni ’70

A partire da sabato 30 gennaio, Vite che non sono la tua - Storie di persone speciali propone un ciclo di appuntamenti dedicato a quattro grandi voci del pop-folk di cui si erano a lungo perse le tracce. Linda Perhacs, Bridget St John, Vashti Bunyan e Shelagh McDonald raccontano a Paola De Angelis perché "sono state via" e perché sono tornate.

Linda, Vashti e Bridget e Shelagh: puoi dire di essere una star quando basta il tuo nome di battesimo a dire chi sei. Hanno scritto pagine di storia della musica: anche se all’epoca della loro pubblicazione i loro dischi sono stati ignorati o hanno venduto pochissimo, con il tempo sono diventati album di culto e sono tornati in catalogo. Sono assoluti capolavori del pop-folk-rock-psichedelico dei primi anni ‘70, apprezzati da nuove generazioni di artisti come Devendra Banhart, Four Tet, Julia Holter, Animal Collective, Joanna Newsom.

Questo successo tardivo ha fatto sì che anche le loro autrici – lontane dalla musica per molti anni, addirittura decenni – tornassero sul palcoscenico e in studio di registrazione, conquistando nuove generazioni di fan. Oggi sono molto più famose ed apprezzate che all’inizio della loro carriera.

Linda ha abbandonato la musica per la delusione cocente dell’insuccesso di Parallelograms; Vashti è salita su un carro trainato da un cavallo e si è fermata solo quando è arrivata nelle Ebridi Esterne; Bridget si è trasferita a New York alla metà degli anni ‘70, mentre Shelagh ha impiegato anni per riprendersi da una brutta esperienza con l’LSD e ha vissuto a lungo nelle foreste della Scozia.
La sua è la storia più misteriosa e incredibile.
Sembrano tornare dal passato, ma nessuna di loro è una sopravvissuta. Sono state via per scelta e per scelta sono tornate. Hanno da raccontare vite formidabili, esperienze di profonda trasformazione e rinascita. le loro storie sono la faccia meno eclatante, ma vera ed emozionante degli anni ‘60 e ‘70: lontane dalla ribalta e dagli eccessi del rock, incarnano al loro versione dei grandi sogni e ideali di un’epoca irripetibile per la musica e la società.

Linda Perhacs (1943, California) è l’unico caso di musicista che ha fatto passare 44 anni tra il primo e il secondo disco. Autrice di un capolavoro assoluto di pop psichedelico - Parallelograms, prodotto dal Premio Oscar Leonard Rosenman ( Questa terra è la mia terra e Barry Lyndon), diventato di culto grazie a internet e a fan come Devendra Banhart e Julia Holter. Continua a fare l’igienista dentale, ma nel frattempo ha pubblicato The Soul of All Natural Things (2013). Il terzo album verrà pubblicato nel 2016.

Bridget St John (1946, Inghilterra) ha inciso tre album tra il 1969 e il 1972 per la Dandelion di John Peel. Anima gemella di Nick Drake, con cui suonava al club Les Cousins di Londra, nel 1974 i lettori del Melody Maker la elessero “voce più popolare dell’anno”. Era la nuova Sandy Denny, ma alla metà degli anni ‘70 la sua carriera andò in stallo, lei emigrò negli Stati Uniti e scomparve virtualmente per più di vent’anni.

Vashti Bunyan (1945, Inghilterra) ha pubblicato il suo album di debutto,Just Another Diamond Day, prodotto da Joe Boyd, nel 1970. Delusa dal music business, ha voltato le spalle a Londra e al pop e ha intrapreso un lungo viaggio a bordo di un carro trainato da un cavallo che l’ha portata fino all’Isola di Skye, dove sperava di vivere in una comune fondata da Donovan. Dopo 35 anni, ha pubblicato il suo secondo disco nel 2005 (Lookaftering) e il terzo nel 2014 (Heartleap).

Shelagh McDonald (1948, Scozia) è una cantautrice e chitarrista scozzese. Ha pubblicato due album a cui hanno partecipato nomi eccellenti della scena folkrock inglese: Richard Thompson, Dave Mattacks, Danny Thompson, Keith Tippett, Keith Christmas. Ha fatto perdere le sue tracce nel 1971 e solo nel novembre del 2005, dopo aver letto un articolo che la riguardava su un quotidiano scozzese, si è presentata nella sua redazione e ha raccontato come l’LSD l’avesse lasciata in preda ad allucinazioni e con la voce rovinata.


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